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Salad Days Magazine | March 19, 2024

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Jackie D ‘Symphonies From The City’ + Marmozets ‘The Weird And Wonderful Marmozets’ + Pineal ‘Smiling Cult’

Jackie D ‘Symphonies From The City’ + Marmozets ‘The Weird And Wonderful Marmozets’ + Pineal ‘Smiling Cult’
Salad Days

Review Overview

6
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Rating

JACKIE D
‘Symphonies From The City’-CD
(Infected Records)

6/10

Dischetto divertente ma niente più per questi ragazzi portoghesi definiti nel press kit come ‘sleazy punk-rockers’. In realtà ‘Symphonies From The City’ gira intorno ad una più o meno convincente versione light degli onnipresenti Every Time I Die (se avessi un euro per ogni band che ha rubacchiato qualcosa dalla band americana potrei andare in pensione seduta stante!) più qualche incursione melodica nel punk alla The Bronx e un curioso retrogusto al limite del crossover. Il risultato è tutt’altro che disprezzabile ma ben lontano dall’essere memorabile: ‘Rat Race’ potrebbe essere l’unico brano capace di stamparsi in testa grazie alle vocals ruvide ma ben calibrate e ad un riffing di chitarra sporco il giusto e sempre accattivante. La concorrenza in questo genere è molta ed è difficile trovare qualcosa che non suoni ‘già sentito’, i Jackie D quanto meno propongono un disco divertente e senza pretese e una bella sufficienza non gliela toglie nessuno.
(Davide Perletti)

marmozets

MARMOZETS
‘The Weird And Wonderful Marmozets’-CD
(Roadrunner UK)
8/10

Finalmente i giovanissimi Marmozets approdano al traguardo della pubblicazione del primo disco sulla lunga distanza e non sorprende minimamente che la label sia la filiale UK di Roadrunner Records. Facciamo un breve recap della sitazione: i Marmozets provengono dal West Yorkshire e sono formati da due ‘nuclei’ di fratelli (tre Macintyre e due Bottomley) hanno tutti poco più (o poco meno) di 20 anni e hanno dato alle stampe un paio di ep autoprodotti e un interessante sette pollici per la Venn Records, label di proprietà dei Gallows. Il loro sound (un mix di post-core nervoso alla Rolo Tomassi, punk e alternative rock) e una serie di convincenti live hanno attirato l’attenzione della stampa Uk che, per una volta tanto, ha dato il giusto risalto non alla solita band di fantocci ‘-core oriented’ ma a dei ragazzi realmente talentuosi. ‘The Weird And Wonderful Marmozets’ suona ovviamente leggermente più levigato rispetto al materiale autoprodotto ma non delude minimamente le aspettative. Spicca su tutto la prova della cantante Becca Macintyre che bilancia bene il melodico e lo ‘schizzato’, ma quello che sorprende è la capacità della band di scrivere canzoni tutt’altro che banali, filtrando se serve con le melodie da classifica ma uscendone alla grande. ‘Move Shake Hide’, ‘Captivate You’, le acide ‘Born Young And Free’ e la beffarda ‘Weird And Wonderful’ sono i brani che spiccano in un debutto con i controfiocchi. Se il buon giorno si vede dal mattino i Marmozets potrebbero davvero diventare enormi, non vi fate trovare impreparati!
(Davide Perletti)

pineal

PINEAL
‘Smiling Cult’-EP
(Autoprodotto)
6.5/10

Onestamente non mi aspettavo davvero niente di particolarmente interessante in questo ep d’esordio dei Pineal, giovane terzetto londinese che si presenta come band dalle sonorità post-metal. A conti fatti i sei pezzi proposti in questo ep d’esordio si ispirano invece alla ‘nuova’ scena heavy-prog americana ad ampio raggio (facciamo dai Pelican ai Bossk) con una fortissima dose di angst che non può che portare alle melodie malate e all’incedere di chitarra tipica degli Alice In Chains (cfr. ‘Theta’ e ‘Acerbic’). Il connubio funziona e le atmosfere sono cupe e meccaniche grazie alla voce ‘litaniosa’ e alle chitarra ribassate e rutilanti tipiche di questo tipo di sonorità. La grossa pecca di questo lavoro è che dei sei prezzi proposti si arriva agevolmente alla terza traccia ma poi i restanti tre brani suonano abbastanza scontati e noiosi. ‘Smiling Cult’ è un ottimo biglietto da visita ma in futuro ci aspettiamo qualcosa di più personale per il tanto ambito salto di qualità, in caso contrario archivieremo i Pineal come ‘buona band clone’ e nulla più.
(Davide Perletti)

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