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Salad Days Magazine | April 19, 2024

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Atreyu ‘In Our Wake’

Atreyu ‘In Our Wake’
Salad Days

Review Overview

5
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Rating

ATREYU
‘In Our Wake’-CD
(Spinefarm)
5/10


Il ritorno sulle scene degli Atreyu dopo anni di stop è stato salutato da una bella mole di pernacchie e derisioni assortite dopo che il buon Alex Varkatzas (cantante e autore) ha pomposamente dichiarato che la sua cricca ha inventato il metalcore. Questo veloce preambolo serve per inquadrare ‘In Our Wake’, un album che riprende in parte le soluzioni di ‘Lead Sails And Paper Anchor’ (2017) e che si distacca nettamente dagli esordi della band di Orange County: gli Atreyu non sono la prima (e ovviamente non l’ultima…) band che nel corso degli anno ha cambiato completamente il proprio approccio alla musica, ma la dichiarazione di Varkatzas ci ricorda che il concetto di metalcore è ovviamente molto opinabile e cangiante nel tempo. Se 16 anni fa gli Atreyu ci regalavano infatti un gioiellino come ‘Suicide Notes And Butterfly Kisses’ intriso di hardcore e rimandi alla scena death metal svedese (quindi… metalcore?) da ‘A Death-Grip On Yesterday’ (2006) in poi i nostri hanno invece intrapreso la carta della melodia a oltranza con qualche spruzzata qua e la di growl e distorsioni (metalcore melodico?). Ecco perché giudicare ‘In Our Wake’ ci pone davanti al classico dilemma: recensire il disco basandoci su tutta la carriera della band (e quindi liquidare il tutto come un disco mediocre e un esercizio di metalcore commerciale decisamente banale) oppure cancellare il passato e dedicarsi solo all’ascolto senza precontetti. Il risultato ahimè non cambia visto che siamo in presenza certamente di musicisti preparati e scafati ma che al netto di qualche brano riuscito e dall’hook melodico garantito (la titletrack e ‘Anger Left Behind’, guarda caso i due primi singoli) annegano in un mare di brani anonimi se non addirittura offensivi per i fan di lunga data (spiegatemi il rapmetal di ‘Blind Deaf & Dumb’ perché io non ci arrivo…). Scattano ovviamente i paragoni con i loro amici di Orange County: da una parte i Bleeding Through che sono tornati giocando facile con un disco che unisce tutte le loro influenze (da quelle più heavy a quelle melodiche) e dall’altra gli Avenged Sevenfold (Mr. Shadow è nei feat. del disco nella conclusiva ‘Super Hero’) che si sono dedicati anima e corpo alla loro derivativa ma vincente versione hard rock del terzo millennio. In entrambi i casi comunque gli Atreyu escono sconfitti dal confronto… peccato.
(Davide Perletti)

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