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Salad Days Magazine | April 24, 2024

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Bring Me The Horizon ‘That’s The Spirit’

Bring Me The Horizon ‘That’s The Spirit’
Salad Days

Review Overview

5
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BRING ME THE HORIZON
‘That’s The Spirit’–CD
(RCA/Sony)
5/10


Vi ricordate la scena di Fight Club in cui Edward Norton spacca letteralmente la faccia a Jared Leto? Sì, ve la ricordate sicuramente, perché in quel momento abbiamo goduto tutti, mentre la voce narrante diceva: “Avevo voglia di distruggere qualcosa di bello”. Prendo quel frammento di cinema, mi sostituisco a Ed Norton e metto il nuovo album dei Bring Me The Horizon al posto dell’ossigenato Leto, troppo fighetto per essere un vero tosto, ma con la pretesa di esserlo. In riferimento a questo nuovo attesissimo full length tutto ciò calza a pennello, perché ‘That’s The Spirit’ è proprio un album bello, con un sacco di pretese e vuoto. A me dunque il compito di lasciarlo in una pozza di sangue, motivando quanto appena detto. Il nuovo disco dei BMTH è bello in primo luogo perché ha delle sonorità spettacolari, così pompate, patinate, false, perfette, da risultare alla stregua di una bellissima donna piena di silicone e plastiche. ‘That’s The Spirit’, come detto, ha pure un sacco di pretese: è musica da MTV con la sfacciataggine di voler essere cazzuta. Be’, inutile specificare che non entrerà mai e poi mai a far parte del Progetto Mayhem, quanto sicuramente nell’Ipod delle ragazzine bullizzate a scuola. Ultimo punto, il disco in questione è vuoto: per quanto pretenda di essere qualcosa di nuovo, vario, originale e profondo, queste undici tracce insieme sono un miscuglio di elementi presi in prestito palesemente da altre band, e in generale formano un disco pop, senza un’anima o una valenza culturale. Detto questo, l’analisi degli elementi stilistici supporta in pieno le ragioni di Edward Norton/Tyler Durden: i Bring Me The Horizon sono gradualmente cambiati rispetto al successo iniziale, quando distrussero la parola metalcore, portandola ad un livello prescolare, ma davvero hanno avuto un’evoluzione? No, piuttosto un’involuzione, un appiattimento su ciò che sono sempre stati, cioè un colosso fabbrica soldi. La vocazione di queste nuove canzoni è la conquista di nuove fette di mercato, l’evoluzione stilistica è invece un discorso che ha a che fare con la cultura musicale. Qui di musicale c’è la ricerca esasperata del catchy a tutti i costi, del melodico efficace e pacchiano, che rimbalzi nel cervello all’infinito, e soprattutto qui c’è una destrutturazione dei BMTH come band, a causa della retrocessione dei riff di chitarra a meri contorni, affogati dagli effetti, dall’elettronica delle tastiere e dalle sovrastutture in genere. Ci sono pochissimi riff in tutto l’album (‘Happy Song’), il resto sono accordoni di accompagnamento o arpeggi di sottofondo, esattamente in stile Linkin Park: pure la voce di quel fighetto di Oliver Sykes ricorda quella di Chester Bennington. Chiamatela, se volete, evoluzione. Canzoni da rockoteca, easy listening, dallo scontatissimo schema strofa-ritornello-strofa-ritornello-variazione-ritornello, infarcite di elementi rubati ai 30 Seconds To Mars (tanto per tornare a Jared Leto che si prende giustamente i cazzotti), come ad esempio i “tostissimi” cori di voci bianche o le note lunghe nei ritornelli, che fanno presa emotiva a pacchi, come anche nei singoloni ‘Drown’ e ‘Throne’. C’è pure una strizzata d’occhio a sonorità post rock in ‘What You Need’; sono presenti anche rimandi all’industrial contaminato di Marilyn Manson (‘Happy Song’). Può mancare la ballad? No di certo, ecco ‘Follow You’; e per chiudere, la final track, ‘Oh No’, un pezzo pop dance fatto apposta per rimanere in testa una volta terminato il disco: potrebbe essere benissimo un canzone di Katy Perry, ma almeno lei ha due tette da paura. Bring Me The Horizon, ‘That’s The Spirit’, Questo È Lo Spirito: fare i big big money.
(Francesco Banci)

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Comments

  1. Rece decisamente azzeccata e più che condividibile nella totalità dei punti. Neache i metallica criticati dai diehard metallers, prima per la pubblicazione del black album e poi per load, sono arrivati a snaturarsi a questi livelli per essere accettati da un pubblico totalmente differente e mainstream.

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