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Salad Days Magazine | April 19, 2024

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Highlights

Anti Flag x Bayfest Pool Party @Mapo Club in Bellaria Igea Marina (RN) – photorecap

August 18, 2022 |

Anti Flag x Bayfest Pool Party @Mapo Club in Bellaria Igea Marina (RN) – photorecap

Pictures by Martino Campesato x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

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Cibo interview

August 13, 2022 |

I Cibo ci parlano di ‘Muzik’: intervista in esclusiva per Salad Days Magazine. I Cibo sono tornati con un nuovo album diviso in due parti.

Il loro sound è lì, sempre presente, ma ci sono anche interessanti scelte che possiamo aspettarci solo da dei matti come loro. Li abbiamo intervistati in esclusiva per Salad Days Magazine.

SD: Come sono cambiati in Cibo in tutti questi anni? Che cosa propongono oggi, nel 2022, che non proponevano agli inizi della band?
C: I Cibo hanno sempre proposto fino ad oggi ciò che proponeva la formazione in ogni sua fase. Ciò che suoniamo è il risultato della nostra identità momentanea. Ogni brano che abbiamo pubblicato è figlio di un incastro tra le persone che lo hanno concepito, suonato e registrato.

SD: Avete pubblicato un album diviso in due parti. ‘Muzik’ infatti esce in due volumi. Come mai questa scelta? E che criterio avete seguito per la suddivisione?
C: Abbiamo fatto questa scelta per due ragioni: la prima è dovuta a un fatto molto pratico, ovvero i pezzi non erano tutti completamente registrati e mixati nello stesso momento, il secondo è che dal momento che la pandemia ha reso la gestione a cui eravamo abituati molto diversa, abbiamo scelto di pubblicare ugualmente la nostra musica attraverso i mezzi digitali. Chiaramente nel mondo del web una costanza nella presenza è necessaria ed efficace. Speriamo comunque in futuro di stampare questo disco in un formato fisico.

SD: Quali sono i brani che maggiormente rappresentano l’una e l’altra metà dell’album? Se doveste sceglierne solo due, quali sarebbero? E perchè?
C: Ciascuno di questi brani ci rappresenta. Ogni singola nota e testo sono assolutamente condivisi in modo orgoglioso da ciascuno dei componenti del gruppo. Pertanto pensiamo che il disco vada ascoltato nel suo complesso e non attraverso dei singoli. Parte uno e parte due sono chiaramente diverse ma fanno parte di un unicum che abbiamo composto e suonato insieme nel corso degli anni 2019, 2020 e 2021.

SD: Le grafiche sono molto curate. Come è stato sviluppato il progetto visuale legato a ‘Muzik’? Quanto è importante saper azzeccare la copertina per un album, nell’epoca della musica digitale?
C: Azzeccare per persone come noi è assolutamente indifferente. Ogni grafica è stata realizzata a sé su ogni lavoro da noi realizzato. Il fatto che tu dica che sono tutte valide ci fa molto piacere. Nel caso di questo ultimo lavoro abbiamo molto semplicemente fatto ascoltare, con i testi alla mano, alla nostra carissima amica Silvia Sicks che fa il grafico di mestiere e che è una persona che ci lega anche a una amica importantissima che ha partecipato alla storia del gruppo e così Lei ha disegnato qualcosa per ogni brano. Ciò è stato infine integrato in una unica tavola. Ovviamente una bella grafica può distinguere un lavoro da un altro nel mondo musicale e crediamo che la sinergia tra ascolto e visualizzazione sia molto importante. Detto questo la musica è sicuramente la parte preponderante.

SD: Torino ha sempre sfornato grandi band e album in ambito “heavy music”, in particolare hardcore. Quali sono le band torinesi attualmente in attività che vorreste suggerirci?
C: Attualmente ci sono sicuramente movimenti nella scena torinese ma se si vuole aggiornarsi in merito la cosa migliore è ascoltare Radio Bandito che propone tutta musica indipendente e underground di livello. Considerando però la musica come un libro che si può leggere sempre senza alcun limite temporale e quindi vivendo le band importanti che hanno caratterizzato Torino in passato e che ci hanno formato e dato ispirazione dobbiamo assolutamente citare Arturo, Crunch, Woptime, Confusione, Bellicosi. Ma anche altre band per noi fondamentali come i Cripple Bastards, i Lama Tematica e i Tons.

SD: Come nascono i vostri testi? Hanno sempre questa vena ironica, ma si lasciano esplorare in una moltitudine di significati per nulla scontati e spesso anche impegnati.
C: I testi come la musica sono nati in base alle situazioni del momento. Molti sono stati scritti da Salamander (il batterista), forse la maggior parte. Ma altri sono nati nel gruppo, altri sono stati scritti da singoli elementi sulla base della musica già stesa o anche senza musica e sono poi stati adattati. Ciò che lega ogni testo è l’idea di voler esprimere qualcosa e di farlo senza limiti imposti. L’ironia non è tutto nella produzione dei Cibo. Ci sono tanti altri aggettivi che potrebbero descrivere i vari testi.

SD: Come ha impattato la pandemia sulla vostra esistenza a livello collettivo, come band? Siete riusciti a mantenervi attivi oppure avete dovuto aspettare che si calmassero le acque? Avete acquisito nuove capacità come musicisti in questo periodo? C’è chi si è dedicato all’home recording, chi ha affinato il songwriting e chi ha scritto centinaia di canzoni, usando il tanto tempo a disposizione… e voi?
C: La pandemia ha sicuramente sconvolto le dinamiche a cui eravamo abituati. Ma non abbiamo mai fermato la produzione musicale che non è stata l’unica cosa possibile da mantenere, anche se con fatica, e così abbiamo continuato a produrre musica, a registrarla, a suonarla. Fino a quando abbiamo potuto finalmente quest’anno uscire con ‘Muzik 1/2′ e suonare nuovamente dal vivo.

SD: Quali sono le band italiane con le quali vi piacerebbe condividere il palco o un tour?
C: Per noi suonare dal vivo è un momento di condivisione, composto da tantissimi aspetti: la programmazione, l’accoglienza, il pubblico, la situazione rispetto alla compagnia con cui si passa il tempo. Per rispondere alla domanda a noi piace condividere il palco con le persone a noi affini e con cui passiamo del bel tempo insieme, al di là del genere musicale che si suona. E lo dimostrano le date fatte con gruppi assolutamente distanti dal nostro genere musicale. In questo senso diremmo: abbiamo voglia di condividere il palco con chiunque abbia la nostra stessa voglia di passare qualche bella ora insieme.

SD: Cosa succederà, ora che ‘Muzik’ è fuori?
C: Ora ‘Muzik’ è edito e ne siamo fieri, ciò che accadrà lo determineranno molti aspetti relativi alle nostre vite private come sempre. Ma sicuramente abbiamo voglia di suonarlo il più possibile in giro. Per proporlo come lo abbiamo proposto a noi stessi in questi anni in cui lo abbiamo scritto e registrato ovvero dal vivo. Come ogni prova eseguita tra di noi e come nei concerti eseguiti fin’ora in questo 2022.

(Txt Gab De La Vega x Salad Days Mag)

Amesua interview

August 5, 2022 |

Dalla Sardegna con furore… e tanto sentimento, arrivano gli Amesua, formazione screamo punk dai riflessi multicolore. Un progetto interessante che meritava un approfondimento.
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Bull Brigade + Los Fastidios @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

July 21, 2022 |

Bull Brigade + Los Fastidios @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

BULL BRIGADE

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LOS FASTIDIOS

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Eddie Bunker interview

July 17, 2022 |

Gli Eddie Bunker sono un gruppo nato a Vicenza nel 2017.

Prendono in prestito il nome da Edward Bunker, figura mitologica di una certa cultura americana legata al crime e al noir, ex criminale che si è poi reinventato sceneggiatore, attore, consulente e scrittore.

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SD: Ciao ragazzi! Innanzitutto, prima di iniziare con le domande mirate, vorreste presentarvi ai lettori di Salad Days Magazine?
EB: Siamo una band di Vicenza nata con l’esigenza di esprimersi musicalmente in maniera del tutto spontanea, senza attenersi a delle precise etichette di genere. Facciamo metal/metalcore/posthardcore o quel che preferite, la cosa più importante è che la musica che creiamo piaccia prima di tutto a noi. Nasciamo con il preciso intento di voler “sporcare” il genere con mille influenze diverse, sperimentando e divertendoci nel farlo.

SD: Il vostro nuovo lavoro ‘Tormento’ è freschissimo di uscita. Volete parlarcene un po’ tra processo di scrittura e significati? Leggendo i titoli sembra esserci una serie di concept dietro questo album.
EB: ‘Tormento’ è stato scelto come titolo visto il periodo che ci ha colpiti tutti: due anni di inattività, di isolamento e malessere interiore che si accumulavano e che ad un certo punto avevano bisogno di una valvola di sfogo. Questo album è stato ciò che ci ha permesso di stare in piedi e di esprimere le sensazioni che ci hanno attraversato, che abbiamo vissuto in maniera tormentata per l’appunto, in un vera e propria “bolla”. Diversi sono i concept dietro ai testi: il voler raggiungere un obiettivo attraverso strade tortuose, rincorrere il tempo che cambia, l’assenza di adattamento e alla fine il coraggio di affrontare le difficoltà date dal periodo storico.

SD: Il vostro nome è un chiaro omaggio a Edward Bunker, una sorta di antieroe americano che è passato dal crimine alla scrittura, sceneggiatura e perfino alla recitazione, diventando un’icona del crime e del noir. Qual è la fascinazione dietro questa scelta?
EB: Edward Bunker è lo scrittore preferito di Alberto, ‘Educazione Di Una Canaglia’ è stato il libro che ha praticamente ispirato lo spirito di questo progetto musicale. La vita di Bunker grida e trasuda di sbagli, di ingiustizie subite e malefatte, ma allo stesso tempo urla anche di una rivalsa totale rispetto alle condizioni imposte dalla società. È stato un uomo che ha trascorso gran parte della sua vita tra la strada, l’abbandono, riformatori e carceri vari (è stato il più giovane incarcerato a San Quintino), è riuscito poi a trovare la vera libertà ed emancipazione nella scrittura ed attraverso il cinema. È quello che succede a noi attraverso la musica.

SD: Il vostro sound prende a piene mani da un certo tipo di post hardcore molto intenso. Quali sono le vostre influenze e come mai la scelta di cantare in italiano su un genere dal respiro internazionale?
EB: È innegabile che ci piacciano band come Converge, Every Time I Die, Norma Jean, Stray From The Path, Bronx, Gallows, ma allo stesso tempo non disdegniamo band come Idles, Mastodon, Daughters, Red Fang, Queens Of The Stone Age, Tool, Alice In Chains. La scelta dell’italiano è stata del tutto naturale, suonava bene e ci piaceva.

SD: Una menzione se la merita pure la copertina, che ad un primo impatto sembra pronta per un lavoro psichedelico moderno prima che l’ascoltatore cada sotto le mazzate dei vostri pezzi. Come è nata l’idea e qual è il significato dietro questo artwork?
EB: La grafica è nata grazie all’aiuto di Nicoló Gemieri: una città in fiamme per rappresenta il fallimento della società, una routine che porta le persone ad alzare il concetto di individuo, restando sempre più sole logorandosi in un tormento quasi ingiustificato facendo così decadere il concetto di comunità e quindi aggregazione. La città in fiamme é la non fiducia nel prossimo e nel futuro elemento chiave che accomuna di certo la nostra generazione. Il messaggio, alcune volte velato altre volte più esplicito, resta comunque una speranza al cambiamento.

SD: Anche se l’album è fresco d’uscita, avete già nuovi progetti in cantiere o preferite concentrarvi sulla promozione di ‘Tormento’?
EB: Ovviamente ci dedicheremo ai nuovi concerti, ma allo stesso tempo vogliamo continuare a creare nuova musica, sperimentando il più possibile senza costrizioni di alcun tipo.

SD: Domanda di rito: quali sono i vostri ascolti più recenti. Volete consigliare qualcosa ai nostri lettori? Non fatevi problemi a fare elenchi o ad approfondire.
EB: Come ascolti recenti: Idles, Tigercub, Foals, Turtle Skull, Elder, Balthazar, Inhaler, Fontaines Dc, Viagra Boys. Ascoltiamo generi molto differenti rispetto a ciò che suoniamo per trovare sempre nuove influenze.

SD: Volete aggiungere qualcosa?
EB: Grazie mille a tutte le persone che ci hanno sempre supportato e non smettono mai di farlo. Un ringraziamento speciale va a tutta la famiglia di Gold Leaves Academy in particolare a Giacomo Dal Ben, Tokyo San, DJ MS per l’infinito supporto.

#Eddie #Bunker #eddiebunker

(Txt Michael Simeon; Pic Martino Campesato)

Thrice + Touchè Amorè @ Magazzini Generali, Milano – photorecap

July 5, 2022 |

Thrice + Touchè Amore @ Magazzini Generali, Milano – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

TOUCHE’ AMORE’

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THRICE

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Career Suicide + Negative Path + Sehnsucht @ Palestra LUPo, Catania – recap

July 1, 2022 |

Due date (Palermo e Catania) organizzate dalla crew di Catania Hardcore inaspettate, quanto clamorose, portano in Sicilia i Career Suicide cult band canadese di Toronto dedita ad un hardcore corroborante…

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ma con un senso di forza imponente al servizio di un ideale che non si vuole né espandere né fuggire, ma rimanere “puro”. Noi abbiamo seguito la data di Catania che si è svolta alla palestra LUPo, ultimo e unico baluardo per le esibizioni di musica estrema nella città etnea. Oltre ai già succitati Career Suicide, la serata prevedeva i Sehnsucht, band locale a far da apripista con il loro sound crust/black metal, purtroppo la loro esibizione non l’abbiamo potuta seguire perché nello stesso momento impegnati a intervistare i C. S., ma il fatto di essere a pochi passi dal palco ci ha comunque dato la possibilità di ascoltare (…) ed essere investiti dal loro compulsivo e distruttivo suono che ha innescato la miccia per la serata.

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Subito dopo, i palermitani Negative Path che, in poco meno di mezz’ora con il loro sballatissimo e lunatico hardcore, hanno difatti cominciato a far smuovere i piedi e le teste dei presenti i quali, malgrado la temperatura torrida (32° all’1 AM) ai limiti del sopportabile (il live si è svolto al chiuso…), hanno seguito volentieri il divertente set dei N.P.

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Qualche minuto di pausa per preparare il gig dei Career Suicide ci dà giusto il tempo di bere e dissetarci, ma eccoci pronti per il set dei C.S. che, appena saliti sul palco, partono sparati con dei riffs a bruciapelo. La sezione ritmica tira che è un piacere mentre Martin Farkas urla e disegna traiettorie da vero front-man hardcore, sopra e sotto il palco la gente impazza, l’adrenalina sprigionata dai C.S., si è impossessata dei presenti che restano felicemente coinvolti in un pogo genuino, grezzo, punk! In poco più di quaranta minuti i Career Suicide ci hanno iniettato gli occhi di sangue, ci hanno entusiasmati e gasati al massimo. Un pensiero ci si palesa nella mente: dall’altra parte del suolo italico, nello stesso istante sui grandi palchi del music biz, alcune band “hardcore” si esibiscono per la felicità di migliaia di fans ma c’è chi ancora, per motivi forse ignoti, percorre all’inverso mille chilometri per scontrarsi ancora una volta con il Punk e di quello che ne rimane. Regressi is the way!!

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(Txt & Pics Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rigts Reserved)

Krifi Wag – Interview

June 20, 2022 |

Hanno pubblicato un EP e stanno inanellando una serie di date live, a riprova che la musica sta ritornando con spinta ed entusiasmo. Parliamo dei Krifi Wag, che abbiamo intervistato in esclusiva per Salad Days.

SD: Avete pubblicato da poco un EP live in studio. Pensate che questo formato possa esprimere al meglio le vostre sonorità?
KW: Assolutamente: Krifi Wag nasce per la condivisione e l’esibizione dal vivo, e siamo soddisfatti del risultato ottenuto tramite la collaborazione con il Fox Studio. D’ora in poi, inoltre, potrete ascoltare dal vivo la formazione definitiva del gruppo, con la recente aggiunta di un’altra chitarra… oltre a poter assistere al vero delirio di uno show dal vivo, liberi nello spazio da costrizioni tecniche!

SD: Che cosa costituisce il nucleo della vostra musica, dal punto di vista stilistico? Se doveste etichettarvi e dire “facciamo musica per fan di…”, di che gruppi potremmo parlare?
KW: Credo che nessuno di noi rimanderebbe Krifi Wag al particolare stile di un gruppo… quanto piuttosto alla sublimazione dell’esperienza dei quattro componenti, le quali godono di ampio respiro. Meglio guardare la luna e sognare con la propria testa, “facciamo musica per fan di cose belle”.

SD: Il Veneto è terra fertile per la musica underground. Quali altri progetti vi piacciono? Vi andrebbe di suggerirci qualche ascolto delle vostre zone?
KW: Vero, bello osservare tutto il movimento di questo periodo, le persone e gli artisti sono carichi e in sviluppo. Beh, delle nostre zone suggeriamo Krifi Wag, un vero portento, e Fred Buscaglione se fosse vivo e veneto! Poi salutiamo i nostri amici: Percossa Fossile, Galassia Club e Nairobi per dirne alcuni.

SD: Pensate che in Italia ci sia spazio per i tanti progetti indipendenti? Quali sono gli strumenti indispensabili per promuoversi quando non si ha a disposizione una struttura complessa come quella che supporta gli artisti più grandi? In questo senso, che rapporto avete coi social media?
KW: Per quanto ci riguarda, che ci si trovi a casa o in “terra aliena”, è fondamentale stabilire un rapporto umano col potenziale pubblico mostrando con trasparenza ciò che si è e da cosa si è mossi: a noi personalmente piace partire dal semplice dialogo, addirittura fermando la gente per strada per ufficiosamente invitare ai nostri concerti. Da questo gradino, passando ai social media, ci piace mantenere stile e spontaneità mostrando sui social l’immagine di noi stessi che noi in primo luogo percepiamo, “pubblicando” momenti ordinari intrecciati con arte, musica o semplice divertimento.

SD: Dal punto di vista tecnico, cosa non deve mancare tra le armi da palco dei Krifi Wag? Qualche amplificatore o pedale particolare? Qualche piatto della batteria che definisce il vostro sound? Questa è per i “gear nerd” là fuori!
KW: Più che armi da palco direi che siamo molto attenti a disegnare ogni tocco e ogni momento per farlo suonare con la giusta eleganza e risalto. Abbiamo perfettamente in mente che suono vogliamo raggiungere e non ci stufiamo di cercarlo, è come se non smettessimo mai di arricchire la realtà universale a cui abbiamo dato vita, con dei dettagli sempre più densi, tratti dalle idee particolari da cui nasce questa musica. Comunque questo fa si che nelle nostre Pedalboard, ci siano diversi drive, distortion e fuzz miscelati in maniera piuttosto diversa fra un brano e l’altro che ci permettono di dare molta dinamica ed espressività ai brani.

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SD: State affrontando una serie di date dal vivo. Come vi sembra la risposta? E com’è tornare dal vivo dopo il periodo trascorso negli ultimi due anni?
KW: Suonare dal vivo è per noi fondamentale in qualunque momento e circostanza: anche se l’ultima volta è stata, per dire, 24 ore prima. Tornare dopo le spiacevoli situazioni recenti è indubbiamente liberatorio, energico, con un leggero sapore di rivalsa verso il tempo cosiddetto galantuomo. La risposta ci pare più che positiva: in linea con la nostra personalità e il nostro modus operandi percepiamo di lasciare sempre, in qualche misura, un segno “Wag” a chi ci ascolta: preparatevi a una Krifi Mistica!

SD: A cosa lavorerete prossimamente? Avete in cantiere un nuovo album?
KW: Stiamo scrivendo del materiale nuovo in maniera insolita per cui siamo in fase di sperimentazione, vogliamo allungare lo show ancora un po’. Parallelamente stiamo per fare uscire il primo pezzo dall’Ep ‘Red Carpet’ Vol.1, che è solo il primo capitolo dell’album. Fra poco ne verrà annunciata l’uscita. Nel mentre ci sarà qualche sorpresa e poi l’uscita finale.

Jaguero interview

June 15, 2022 |

Inizialmente oggetto misterioso del panorama underground nazionale, i vicentini Jaguero, con gente di Regarde, Slander e Blankets, salgono alla ribalta con l’uscita del loro primo ep ‘Worst Weekend Ever’. Abbiamo scambiato un due chiacchiere con i quattro.

SD: Ciao ragazzi benvenuti su Salad Days Magazine, come state?
J: Ciao caro, tutto bene!

SD: Siete un gruppo nuovo sulla piazza anche se composto da volti noti nella scena underground italiana, per quanto abbiate tentato la carta del mistero fino a quando è riuscita. Ci parlate un pò del gruppo e pure del nome che avete scelto?
J: Jaguero è in primis un gruppo di amici. Inizialmente Andrea C. e Andrea C.S. hanno cominciato a scrivere qualche canzone per noia e senza una direzione specifica, ma qualche tempo dopo Matteo e Guido sono subentrati, completando la formazione e impostando il mood del progetto Jaguero: la presa bene. Il nome poi deriva da un vaneggio sul giocatore di calcio Aguero durante una festa, in cui ci siamo immaginati un wrestler mascherato tipo Rey Mysterio ma più sfigato e tormentato, chiamato appunto Jaguero.

SD: Personalmente vi conosco da un botto di anni e seppure avete iniziato con l’hardcore ora, pur mantenendone l’attitudine avete virato su lidi più melodici, come se questo progetto fosse uno spin off di quanto fatto con Regarde e Blankets. Come avete deciso di imbarcarvi in questa nuova avventura?
J: Il progetto Jaguero rappresenta un parallelismo rispetto alle nostre band, attuali e passate: nello specifico, Jaguero è solo un modo diverso di esprimerci, senza una particolare attenzione a genere o sonorità presente negli altri progetti. E’ un ensamble “alla mano” con cui vogliamo solo divertirci senza troppe pretese, quindi non c’è nulla di più o di meno rispetto alle nostre altre band, ma solo un “metodo” diverso per raggiungere lo stesso obiettivo. Per quanto poi Jaguero abbia un’importante parte melodica, non escludiamo che le prossime uscite possano dare spazio al nostro lato più aggressivo, chi lo sa!

SD: Parliamo un pò; di influenze. C’è sicuramente un vibe weezeriano anche se penso che ci siano di mezzo anche gruppi più recenti che vi hanno ispirato durante la composizione di questo ep.
J: Come gruppi cardine concordiamo tutti su Culture Abuse, Angel Du$t e Drug Church, però ovviamente l’ascolto personale di ciascuno di noi ha avuto il suo peso: Andrea C.S. è in fissa con The Weeknd e Battles, mentre Guido con il filone Julien Baker e Lucy Dacus; per quanto riguarda Andrea C. invece sicuramente Yellow Days e Hiatus Kaiyote, mentre per Matteo andiamo di Fiddlehead e Pkew Pkew Pkew. Poi è interessante il fatto che all’interno di ‘Worst Weekend Ever’ si posso trovare un sacco di sonorità “non volute” direttamente, come appunto Weezer o anche primi Foo Fighters!

SD: Epidemic Records ha curato l’uscita digitale di questo EP. Visto l’hype crescente state pensando anche ad una release in formato fisico?
J: La voglia di stampare ‘Worst Weekend Ever’ in vinile c’è ed è anche tanta (anche perchè siamo molto appassionati del formato in sè), però purtroppo gli impianti sono quasi tutti occupati dalle major e di conseguenza i tempi di attesa sono eterni. Altri formati sono o stanno diventando obsoleti, quindi siamo in una sorta di limbo decisionale ora come ora. Non escludiamo però una stampa postuma appena ce ne sarà modo, ma purtroppo per ora non c’è nulla di certo all’orizzonte.

SD: Avete da poco fatto anche il vostro esordio live, come è andata? Quali sono i vostri piani futuri?
J: Il primo live è stato veramente intenso: c’era un sacco di voglia di suonare e di divertirsi, ma ovviamente la classica tensione da primo concerto non mancava. Ci siamo presi un sacco bene quando abbiam visto molta gente cantare con noi già dal primo pezzo, ed è stato bellissimo. I piani per il futuro prevedono live e una nuova uscita attualmente in fase di composizione, sperando di portare ‘Worst Weekend Ever’ ovunque sia possibile!

SD: Domanda golosa golosa. Cosa state ascoltando in sto periodo e vorreste consigliare ai nostri lettori?
J: In questo periodo raccomandiamo le ultime ultime uscite di Phantom Bay, Ratboys, WAAX e I Feel Fine, evitiamo di citare poi i vari gruppi storici che ascoltiamo quasi costantemente!

SD: Grazie ancora per questa intervista! Volete aggiungere qualcosa?
J: Grazie a te Michael e Salad Days Mag per lo spazio, e grazie in anticipo a chiunque vorrà supportarci con un ascolto o passando ad uno dei prossimi live a fare due chiacchere. Ci vediamo presto!

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(Txt Michael Simeon x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Slapshot / No Restraints @ XO Pub, Magenta (Mi) – recap

June 10, 2022 |

Citando un mostro sacro della scrittura tutta, purtroppo scomparso pochi giorni fa: ingrato il compito dello “scriba” quando deve parlare di Jack Kelly e della sua crocchia bostoniana, gli Slapshot.

Cazzo, cosa devo inventarmi riguardo ad un gruppo in giro per festeggiare i 35 anni (in realtà ricorrenza postuma, visto il COVID) di ‘Back On The Map’, e non dovrei dire altro. Cazzo, cosa devo scrivere che non è già stato scritto di “Choke”, della scena bostoniana, e del loro modo “In Your Face” di essere straight edge. Boh? Ci provo, un po’ così, a caso.

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Uno, metto in allegato la scaletta del concerto, così sapete cosa vi siete persi.

Due, aggiungo che sono rientrati per un encore di una decina di minuti, ma qui non vi dico altro, così imparate (i milanesi) ad essere andati alla fiera del design!

Tre. E’ verissimo quello che ho letto da Alberto Flamingo Records in risposta ad una foto del buon Paolo Merenda (presente) con Choke: “sembra il mio amico pizzaiolo”! Come molti fanno in tour, anche Choke ha unito l’utile al dilettevole, e quindi ha messo un tatuaggio
“pomeridiano/italiano (pavese, mi sembra di aver capito)” sulla sua testona. Tatuaggio… protezione… improbabile fasciatura che gli dava
proprio quelle sembianze… quelle di un “Guido” qualunque. Insomma. Uno dei nostri.

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Quattro. Quando Rollins citava le sue influenze, mi ricordo che parlava dei Lurkers, cazzo, dei LURKERS (piuttosto che di quell’ondata Oi)! No fronzoli, no bullshit, no fighetti, pochi cazzi, pochi accordi: “In Your Face”. Se devo pensare al gruppo che ha realizzato alla perfezione quello che Rollins pensava, penso agli Slapshot. Penso a ‘Step On It’. Ed infatti non mi sembra di aver visto qualcuno di Radio
Raheem questa sera.

Cinque. Audience trasversale, in gusti, età (ed anche provenienza). Ho visto (faccio il milanese, per comodità) gente (ex) Product (per i fuori zona: il braccio armato, i militanti della Milano straight edge di fine ‘90), piuttosto che (ex) Cain (sempre per i fuori zona, (tra) i massimi esponenti della Milano hate core, e quindi quel tocco di metal che a noi vecchi piace, cazzo se piace). Ho visto tanti reduci degli anni ’90, compreso qualcuno della mitica crew di San Donato… il seguito dei Reality, per intenderci: quelli che quando li vedevi arrivare ai Sottopressione “avevi un po’ paura”.

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Sei. Sorry, mi stavo “scaldando” e quindi dimenticavo l’ottimo gruppo di spalla, i No Restraints da Vercelli. Bel tiro, bei pezzi, album da poco uscito in vinile. Cover Cro-Mags. Cover (LA cover) Iron Cross. Chiarissime le coordinate.

Sette. Gli Slapshot/Choke che coverizzano/canta ‘Big Mouth Strikes Again’ degli Smiths/Morrissey: UNBELIEVABLE. La band/il frontman più (apparentemente) macho (core) che coverizza il gruppo/il cantante più (apparentemente, viste le ultime derive) gay friendly! Pazzesco. Sta di fatto che quel testo è molto “In Your Face”. Sta di fatto che uno degli inni di quella scena si chiama ‘Big Mouth’, ed è dei Gorilla Biscuits. Ripeto. Piaccia o non piaccia (ed io sono “piaccia”), un gran momento. Sono quei concerti che ti lasciano tanto, in sensazioni, ricordi, pensieri. Roba che continua anche il giorno dopo. Come si fa a non sorridere, oggi, quando su YouTube leggi: “ed ora vogliamo Morrissey che canta ‘Chip On My Shoulder’!”.

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(Txt fmazza1972 – Pics Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Miss Fritty x ‘Gangsta Lady’ interview

June 1, 2022 |

Miss Fritty è un artista londinese, ma sarebbe un termine riduttivo per descrivere la talentuosa rapper che si è messa in gioco con ‘Gangsta Lady’, il nuovo disco per Victoria Label l’etichetta creata da St. Luca Spenish.

L’album presenta diverse influenze e cambi stilistici che vengono portati dalle sonorità della musica grime, l’R&B, la dancehall, l’house e il brazilian funky, tra i nomi presenti all’interno dei featuring spiccano quello di Nerone presente nel brano ‘Drop It’ e Louis Dee in ‘Making Love’ ed è distribuito da Believe. Miss Fritty domina la scena del disco facendosi forza dalle esperienze di vita e dai momenti di solitudine, creando così questo lavoro che rispecchia totalmente la figura di una donna forte e indipendente che si confronta con pregiudizi e stereotipi di un mondo prettamente maschile come quello della musica rap in Italia sorprendendo tutti con la sua attitudine.

SD: Ciao Miss Fritty e benvenuta su Salad Days Mag! Come stai? Parlaci un po’ di come è essere londinese, di come si lavora nell’industria della musica a Londra e di quali sono le dinamiche che avvengono quando una donna talentuosa come te decide di mettersi in gioco.
MF: Londra è nel mio cuore tanto quanto lo è Bari. Bari mi ha dato i natali e Londra mi ha accolta insieme alla sua scena musicale. Un grandissimo calderone di generi, culture ed influenze differenti, dove c’è sempre voglia e apertura di dare opportunità al “nuovo”, all’esotico. Dove non ci sono limiti di età o genere, perché il pubblico è sia eterogeneo che entusiasta. Dopo dodici anni qui, posso affermare che Londra è dove mi sento a casa. Mi conforta molto. Puoi essere quello che vuoi, quando vuoi… e non sceglierei mai una vita differente.

SD: Il disco che è uscito con La Victoria Records ha uno stile tutto suo e presenta nomi molto noti all’interno della scena del rap in Italia, come quello di Nerone. Personalmente credo sia uno dei brani più coinvolgenti di tutto il disco. Com’è stato lavorare con lui? E con gli altri artisti?
MF: Io e Nerone ci siamo trovati in pieno lockdown. La scena musicale stava affrontando un periodo di stagno e di insoddisfazione generale. Come artista potevi o stare fermo o convertire quel sentimento in qualcosa di magico e produttivo. Io e Nerone siamo quel tipo di artisti. Inutile dire che si sia creato un connubio alchemico nell’istante in cui abbiamo deciso di lavorare insieme sul singolo ‘Drop It’. Ci uniscono stima, amicizia e stessa etica lavorativa, ed è proprio questo che cerco in tutti gli artisti con cui lavoro. Nella mia musica – e quindi le mie collaborazioni – ricerco contemporaneità, bisogna riuscire a tradurre le esigenze ed i temi attuali cercando di mantenere una buona dose di autenticità. Per questo anche le altre collaborazioni sono tutte con artisti genuini, leali alle loro radici ed alla loro “soul”.

SD: Ci sono diverse influenze musicali all’interno dell’album, che spaziano dall’R&B alla musica grime. Da dove arrivano?
MF: Sono stata abbastanza fortunata da crescere in una famiglia dove si ascoltava molta musica. Quando cresci in un contesto come il mio, impari ad apprezzare generi diversi e, se diventi un musicista, impari a spaziare tra generi diversi. Da piccola amavo l’r’n’b , mio padre mi ha fatto conoscere il reggae e il funk, a Londra poi mi sono resa conto che il grime andava per la maggiore. A mio parere un musicista riesce a sentire ed ascoltare con orecchie diverse – quando un suono ci parla in una lingua che ci piace, ci incuriosiamo, la esploriamo, la pratichiamo e decidiamo di tradurla sui nostri testi.

SD: C’è un tema molto profondo che si percepisce dalla grande grinta che sei riuscita a tirare fuori e a esprimere con questo lavoro, ed è il tema della solitudine. Come si relaziona al concetto di donna moderna e forte? Come riesci a trasmetterlo attraverso la tua musica?
MF: Una donna moderna è forte, sa di essere sola. Sapere di essere sole e ripetersi – “va bene così perché basto a me stessa” – fa di noi donne forti. Il tema della solitudine è forte ma c’è spazio per i sentimenti… anzi c’è tanta voglia di sentimenti. Il singolo ‘Makin Love’ ne è un esempio. La donna forte è moderna e nel mio immaginario vuole innamorarsi, ma sa stare anche da sola, cade in piedi, lavora su un nuovo album durante il lockdown… la donna moderna di Miss Fritty non conosce rejections ma redirections.

SD: Come è avvenuta la realizzazione del disco con St Luca Spenish e come vi siete confrontati sul sound da dare a tutto l’album?
MF: Luca è un bravo produttore. I suoi beat erano diversi, avevano influenze interessanti, non banali. L’album è stato creato in maniera molto fluida, era facile lavorare sulle sue basi, i testi partivano in maniera automatica. Abbiamo entrambi delle personalità forti, ma ci siamo sempre incontrati a metà strada. È stato un percorso lavorativo interessante, stimolante, maturo. Direi che nella mia vita non ci sarebbe potuto essere un momento migliore per questa collaborazione.

SD: Come ci si sente ad essere una donna nel rap game che ha sempre avuto di default un corrispettivo maschile molto più numeroso?
MF: Essere donna nella scena musicale rap – e in particolare in quella italiana – è un percorso ad ostacoli. Credo che nulla sia facile per le donne. Devi essere professionale, ma leggera, sexy ma non volgare, diretta, ma non troppo sennò rischi di diventare strafottente. Se mi chiedi se è più difficile per una donna la risposta è sicuramente si, lo è. Ed è per questo che quando salgo sul palco lo faccio a pugni sul petto e testa alta, perché quel momento di fama me lo sono sudato fino all’ultima rima.

SD: Sei soddisfatta del lavoro fatto con questo progetto? Quali saranno i prossimi step dopo ‘Gangsta Lady’? Dei live magari?
MF: Si, sono molto molto soddisfatta anche perché mi ha permesso di affacciarmi di più all’Italia, visto che le dinamiche musicali dello stivale le avevo completamente abbandonate. Il suono è mio e non mi sono fatta influenzare affatto dai trend, quindi non posso che esserne fiera. Per i prossimi step, all’orizzonte ci sono un po’ di festival qui in UK e qualche data in Italia. Sto già lavorando per un prossimo progetto che mixa reggae e Hip Hop, ma siamo ancora agli inizi e non posso dire molto. Ovvio, non sorprendetevi se mi vedrete spuntare in qualche featuring con gli artisti che hanno collaborato al mio disco.

@missfritty
/MissFritty

(Txt Valeria Giudicotti x Salad Days Mag – All Rights Reserved – Pics Fabio Ficara)

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Punk In Drublic @ Carroponte, (Mi) – photorecap

May 24, 2022 |

Punk In Drublic @ Carroponte, (Mi) – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

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Eddie Bunker ‘Tormento’ release party @ Bocciodromo, Vicenza – photorecap

May 17, 2022 |

Eddie Bunker ‘Tormento’ release party @ Bocciodromo, Vicenza – photorecap

Pictures by Martino Campesato x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

EDDIE BUNKER

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Ensi interview

May 9, 2022 |

Ensi, Jari Ivan Vella (Avigliana, 13 dicembre 1985) viene da Torino e la sua carriera inizia con il collettivo storico dei One mic formato da Rayden e Raige…

…insieme a loro ha gettato le fondamenta del rap Italia e dopo una serie di dischi pubblicati da solista e una mega partecipazione al tour con i Subsonica pubblica in parallelo l’ep ‘Domani’ l’ultimo di una serie in trilogia. Il disco vede collaborazioni con nomi noti nella scena di genere italiana come Nerone e Nex Cassel ed è interamente prodotto da Crookers. In occasione di una delle date del suo tour ufficiale lo abbiamo intervistato dopo la performance muscolare del CSO Pedro…

SD: Ciao Ensi e Benvenuto su Saladdays Mag. Il tuo ultimo ep ‘Domani’ è un ep interamente prodotto da Crookers come mai hai fatto questa scelta a livello delle produzioni e come è nata questa scelta? È stata una scelta fatta sulla base di quale influenze?
E: ‘Domani’ è una fase intermedia di una trilogia e avevo bisogno di un produttore che per una questione di visione e (anche di appartenenza alle giuste generazioni) fosse sulla stessa lunghezza d’onda insieme a me, riconosco subito i lavori che fa Frah e sapevo che sarebbe stato l’uomo giusto per questo ep, lui stesso mi ha spinto anche ad inserire e chiudere insieme a il brano ‘Baby’.

SD: Personalmente il brano che mi ha colpito di più a livello di liriche e concetti è ‘Mai’, cosa ne pensi della scena italiana e della piega che ha preso la musica in Italia ultimamente?
E: Sono domande che meriterebbero due concetti separati. Mai è una traccia che va in profondità questo brano vuole sottolineare la mia posizione e come vivo io la vita in generale parla di valori ma non lo fa in maniera banale e scontata e alla fine sembra unire quello che è la musica e la filosofia che DOVREBBE abbracciare questa cultura.

SD: Come mai questa scelta di inserire tra le collaborazioni solamente amici fidati? Come Nex Cassel per esempio che è una personalità dominante all’interno della scena in Italia.
E: Nex è un caro amico un veterano della scena ed è un fratello fa parte di una generazione di mezzo che ha sofferto agli inizi degli anni 2000 quando nessuno era interessato al rap e ha portato avanti come me una certa mentalità arrivando ad essere un artista di tutto spessore ed è uno dei rapper che più mi piacciono personalmente, è presente sulla traccia ‘Bad Boys’ in realtà è nato tutto molto semplicemente perché è stato come chiamare gli amici e fare una partita di calcetto il sabato pomeriggio.

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(in foto Nex Cassel)

SD: C’è un’influenza della musica Grime del Regno Unito tra i brani che hanno preso forma in questo progetto. Quando hai capito che questo sarebbe stato un genere che ti avrebbe coinvolto così tanto?
E: Più che della Grime io sono un grande fan della musica in UK e della DanceHall seguo con molta attenzione la scena della musica in Regno Unito sono molto affezionato a quel filone musicale e anche in questo ep ci sono dei cambi stilistici in alcuni punti che seguono quelle influenze sono un grande fan anche della musica jamaicana e ne ascolto parecchia proprio per conto mio.

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SD: Parlaci un po’ della collaborazione per il disco di Bigmama ‘The Next Big Thing’, si notano molte affinità tra di voi a livello artistico a partire dalla scelta delle produzioni, quando l’hai conosciuta?
E: Ma guarda in realtà mi hanno mandato il pezzo ed era interamente nelle mie corde secondo me Bigmama è un artista molto capace e ha un po’ i riflettori puntati addosso per il modo di porsi che ha e per il modo di esprimere i concetti che scrive, il nostro è un rapporto che sta crescendo piano piano collaborando insieme, vedremo dove ci porterà ma sicuramente arriveranno altre belle sorprese

SD: Parlaci un po’ dell’esperienza con i Subsonica. Alcuni artisti dicono che si fa musica veramente solo quando si sale sul palco e forse lo puoi confermare anche tu, Pensi ci sia una base di verità in questa informazione? Cosa ti ha lasciato condividere il palco con loro?
E: Con i Subsonica sono amico da più di 10 anni l’idea era quella di andare in tour assieme per me è un grande onore girare l’Italia con una delle band più iconiche Samuel era presente anche nel disco ‘Era Tutto Un Sogno’ e ho collaborato parallelamente con ogni singolo artista della band. Dopo due anni di stop mi hanno chiamato per suonare insieme. I Subsonica mi valorizzano molto e, anche per il prossimo progetto che sto elaborando andrò verso quella direzione insieme a loro e alle loro influenze.

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SD: Quando ti ha influenzato il pezzo del percorso che hai fatto con in One mic, sei ancora in contatto con loro e che rapporto c’è adesso che avete intrapreso strade diverse?
E: Anche se la vita ci ha portato a prendere strade diverse c’è un rapporto fantastico, per tutti i nostalgici spoilero che a breve succederanno delle cose. I One mic hanno contribuito molto al rapper che sono e mi hanno aiutato molto a imparare a scrivere bene i testi e a capire quali fossero le liriche più nelle mie corde e ad affrontare le prime sfide sul palco.

@therealensi
/ensiofficial

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(Txt Valeria Giudicotti; Pics Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved)