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Salad Days Magazine | April 20, 2024

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Close Your Eyes ‘Line In The Sand’

Close Your Eyes ‘Line In The Sand’
Salad Days

Review Overview

5.5
5.5
5.5

Rating

CLOSE YOUR EYES
Line In The Sand-CD
(Victory Records)
5/10


Terzo album per i Close Your Eyes, ancora sotto la ormai ex gloriosa Victory Rec., ma con un nuovo cantante. Questo nuovo inserimento non comporta un cambio di rotta da parte del gruppo texano; Sam Ryder Robinson si adatta infatti in perfetta continuità con quanto visto prima. ‘Line In Sand’ spicca subito in positivo riguardo la produzione, sicuramente migliore delle precedenti, e propone quel melodic hardcore / skate punk a cui già i CYE avevano abituato, fatto di un mix di ingredienti che comprendono anche parti più toste e breakdown, ma anche tipicità rock finanche pop-rock. Infatti se ‘Burdened By Hope’ può essere un valido pezzo skate-punk, ‘Frame And Glass’ rivela un’anima rock, mentre ‘Trends And Phases’ si può buttare invece nel mucchio del pop-punk, una definizione che già da sola dà un certo fastidio. I Close Your Eyes tentano anche qualche azzardo più pesante come in ‘Skeletons’, con voci brutali e breakdown, contornati però da riff poco convincenti. In ogni caso con lo scorrere delle canzoni l’album si fa sempre più melodico, con la voce del nuovo singer che a volte spinge fino a cristallizzarsi, smorzando alcune intenzioni aggressive della band. Detto così sembra un gran bazar questo ‘Line In The Sand’, ed in effetti appare chiara la volontà di non esporsi troppo, di voler mediare in continuazione le diverse parti all’interno dei brani, e di alternare le canzoni in modo da non far prendere una direzione all’insieme dell’album. L’unico filo conduttore sono i testi di ispirazione cristiana, che culminano in ‘Glory’, una canzone patetica farcita di “Alleluja” ovunque, per non parlare di ‘My Way Home’, che ci porta in spiaggia intorno ad un falò, con chitarre classiche da volerci buttare dentro. L’album, tra l’altro fin troppo lungo nelle sue quindici tracce, ad un certo punto resta senza freni e imbocca una discesa inesorabile. Dov’è il Texas divertente, quello stereotipato fatto di gente ubriaca marcia e armata fino ai denti?
(Francesco Banci)

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