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Salad Days Magazine | April 19, 2024

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Daggers ‘It’s Not Jazz, It’s Blues’

Daggers ‘It’s Not Jazz, It’s Blues’
Salad Days

Review Overview

8
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Rating

DAGGERS
‘It’s Not Jazz, It’s Blues’-12″ LP/DIGITAL
(Throatruiner Records)
8/10


I Daggers si uniscono al roster di una delle label più interessanti d’Europa, la Throatruiner Recods, con questo loro terzo full length di dodici tracce ‘It’s Not Jazz, It’s Blues’, nella cui produzione troviamo anche lo zampino di Magnus Lindberg dei Cult Of Luna. La prima particolarità da segnalare di quest’album è il fatto che è stato registrato in presa diretta, una tecnica sincera, desueta e antica, significante all’interno dell’album, che spinge sul tasto del decadentismo del Vecchio Continente e del loro Belgio. I Daggers provengono infatti da quella stessa scena di Rise And Fall e Oathbreaker, che produce il miglior dark/crust/hardcore a livello mondiale. In ciò i Dagger si distinguono con stile aggiungendo noise e sperimentazioni assolutamente personali, dando più importanza alla distruttiva malinconia che non al caos ultraviolento. La caratteristica destrutturazione delle canzoni ed il loro essere state registrate di getto non deve far pensare al flusso di coscienza musicale del qui e adesso del jazz, secondo il titolo dell’album, quanto di un ben sofferto e ragionato blues dell’anima. Il risultato è un vortice ipnotico di atmosfere strazianti, tagliate da chitarre metalliche e voci lacerate, da linee e suoni di basso malati e da alcuni strumenti alternativi inseriti in alcune parti. Quest’album ha un’impronta assolutamente personale, genuina, originale, claustrofobica, smarcata del tutto da mode o correnti. Canzoni come ‘Asunder’, ‘Beacon’, ‘Sovereign’ e ‘Cultist’ sono bellissime e terribili, sicuramente da ascoltare.
(Francesco Banci)

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