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Salad Days Magazine | April 19, 2024

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Fange ‘Purge’

Fange ‘Purge’
Salad Days

Review Overview

7.5
7.5
7.5

Rating

FANGE
‘Purge’-CD
(Throatruiner/Lost Pilgrims)
7.5/10


“Entombed jamming with Merzbow & Noothgrush”: è in questo modo che si autodefinisco i francesi Fange, i quali offrono un oscuro mix di harsh, black e d-beat. Se dovessi utilizzare un solo aggettivo per definire quest’album, direi che è “viscerale”. Ed è proprio la stessa copertina dell’album, realizzata da Anterograde, a farci intuire che questo lavoro ha lo scopo di staccarci le interiora, pezzo dopo pezzo, in un inesorabile rito punitivo che parte tagliandoci di netto il petto per estorcerci le budella e dar loro fuoco. Non esiste più alcuna luce o speranza una volta che la riproduzione dei sei pezzi è stata fatta partire. La loro sezione ritmica barcollante e abrasiva ricorda quella di band americane del calibro di Eyehategod e Fistula, ma con una spiccata venatura metal. Il chitarrista Benjamin Moreau sembra avere un debole per un riffing fortemente cadenzato, reso ancora più distorto dall’utilizzo del famoso pedale HM-2, che produce quel mid-rangey effetto “motosega”, molto popolare in ambiente death e ultimamente preso in prestito da band metalcore statunitensi, come Nails, Trap Them o Obliterations. Il suono così proposto relega quindi l’ascoltare in uno scenario lugubre e asfissiante, pronto ad esplodere in un turbinio di odio e disgusto in ogni momento. Il disco si apre con ‘Cour Martiale’. Bastano 10 secondi per essere catapultati nell’universo dei Fange, contraddistinto da distorsioni marce di chitarra e basso e dall’uso di un cantato la cui timbrica graffiante è deteriorata dal vocoder e dalle eco che creano stratificazioni infernali. Il secondo brano, ‘Mâchefer’, è caratterizzato da un d-beat più legato al mondo metalcore ma non rinuncia a soluzioni più lente e catatoniche che ci introducono a ‘Roy-Vermine’, forse il brano che meglio identifica la band. 7.10 minuti ipnotici, che alternano un trascinamento verso il basso, in un terreno fangoso e sporco, a momenti in cui si viene tirati per i capelli, in un’agonia soffocante che, in questo modo, non finisce mai. ‘Étouffoir’ e ‘De Guerre Lasse’ sono i due brani centrali del disco. Contraddistinti da un sound più atmosferico, sono il giusto intermezzo tra i brani precedenti ed il finale, lasciato a ‘Girone Della Merda’, un chiaro omaggio alla letteratura di De Sade: in questo girone, portato sullo schermo da Pasolini in ‘Salò O Le 120 Giornate Di Sodoma’, le vittime apprendono l’arte di farsi sodomizzare con gratitudine. Il pezzo è il più breve del disco ed è quello con un approccio più punk ma l’atmosfera rimane comunque tetra grazie ad una sezione centrale più buia dove basso, batteria e voce si combinano in una marcia snervante, prima di arrestarsi bruscamente. ‘Purge’ è un ascolto perfetto per l’arrivo dell’autunno. Tutto ciò che vi serve è spegnere la luce e alzare il volume.
(Serena Mazzini)

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