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Salad Days Magazine | March 19, 2024

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Gallows ‘Desolation Sounds’

Gallows ‘Desolation Sounds’
Salad Days

Review Overview

7.5
7.5
7.5

Rating

GALLOWS
‘Desolation Sounds’–CD
(Venn)
7.5/10


Una band ormai diventata grande, i Gallows faranno uscire il 13 aprile sotto la propria etichetta Venn Records il quarto full ‘Desolation Sounds’, dieci pezzi in cui i quattro inglesi si mettono decisamente in gioco. L’album non stravolge lo stile della band, ma ne svela alcuni lati rimasti finora nascosti, magari perché poco digeribili da un pubblico ampio. ‘Desolation Sounds’ è sicuramente l’album più complesso dei Gallows, un gruppo che ha spesso ballato sulla linea che divide le band da rockoteca da quelle veramente toste, che se ne fottono dei consensi e di far ballare le ragazzine con ritmi rock ‘n’ roll e ritornelli catchy. Con queste dieci canzoni sembra che la band abbia intrapreso una via di libertà espressiva, sortendo un effetto forse di confusione, ma apprezzabile, infatti le tracce suonano eterogenee, ma ognuna degna a modo proprio. Il sound è vario, soprattutto per quanto riguarda la chitarra e la voce: la title track ed il singolo ‘Bonfire Season’ suonano classiche rispetto al passato, rock, con le melodie in primo piano che acchiappano, ma troviamo soprattutto pezzi originali come ‘Leather Crown’ in cui alti ritmi punk si mischiano ad una parte ambient, oppure ‘Leviathan Rot’ dove emerge la pesantezza del noise, ‘Chains’ che al rumore aggiunge voci femminili e ambienti dark. Proseguendo nell’ascolto si trovano anche influenze industrial, come in ’93/93′, e grunge anni ’90 (‘Death Valley Blue’); ‘Chease To Exit’ è il pezzo che ti aspetti in un album così diversificato, lento e d’atmosfera, anch’esso dal gusto vintage. Come si può notare i Gallows hanno messo più anime in questo disco, confondendo un po’ le idee riguardo la loro personalità, ma assicurando allo stesso tempo intenti non dettati da esigenze discografiche. I suoni sono davvero tanti e ben curati, protesi verso un sound globale più scuro rispetto al passato, per un album che potrà arrivare al pubblico come il migliore dei Gallows, ma anche come il più indefinito, da un lato coraggioso, dall’altro con un piede su più staffe, in ogni caso genuino e ben fatto.
(Francesco Banci)

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