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Salad Days Magazine | April 20, 2024

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Mecna interview

Mecna interview
Salad Days

A sorpresa, il 13 Gennaio è uscito ‘Lungomare Paranoia’, terzo lavoro di Mecna, all’anagrafe Corrado Grilli.

Dopo ‘Disco Inverno’ del 2013 e ‘Laska’ del 2015, in questo nuovo album l’artista (rapper sarebbe riduttivo) foggiano torna a rivelarci la sua intimità in modo diretto e sfacciato, con una sincerità quasi disarmante sulle produzioni di Iamseife, Lvnar, Nude e Godblesscomputers solo per citarne alcuni. Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui…

SD: Osservando il disco di ‘Lungomare Paranoia’ le prime cose che mi vengono in mente sono ‘Lil Boat’ di Lil Yachty (la copertina) e ‘Hotel Paranoia’ di Jazz Cartier (il titolo): sono solo richiami infondati o hai voluto creare un parallelo?

M: Ah si? Ma io non ho mica quelle treccine rosse. Scherziamo?

SD: ‘Lungomare Paranoia’ esce a quasi due anni esatti di distanza da ‘Laska’. Com’è avvenuta la sua gestazione (per ‘Laska’ ti eri ritirato in Norvegia) e la decisione di farlo uscire senza alcun preavviso?

M: Questo disco è nato in maniera molto facile, forse più facile dei precedenti. Ho scritto in pochi mesi, mi si è materializzato subito davanti. La scelta della release a sorpresa era quasi d’obbligo, ero sparito da tutti i social non per strategia ma perché non mi interessa postare selfie per dire “sto andando in studio”, lo trovo poco interessante.

SD: La sperimentazione e la commistione di generi è ormai sempre più forte nei tuoi dischi, probabilmente figlia dei tuoi ascolti: ti senti soddisfatto delle collaborazioni di ‘Lungomare Paranoia’? Le hai scelte tu o ti sono state proposte?

M: Questa cosa di mischiare i generi è una cosa che ho sempre cercato di fare, forse più vado avanti e più mi è facile trovare collaboratori all’altezza. Ho sempre ascoltato un sacco di roba (che non vuol dire “tutto”) e mi hanno sempre affascinato le contaminazioni, quindi per forza di cose i miei pezzi rispecchiano quest’entusiasmo. Tutti i producer di ‘Lungomare Paranoia’ sono stati degli ottimi alleati per costruire queste sonorità e sì, li ho cercati io, ma con quasi tutti c’è un rapporto di amicizia e stima, quindi è stato facile.

SD: Quanto è importante il tuo rapporto con Seife? E con i ragazzi di Blue Nox?

M: Seife è uno dei miei migliori amici e il momento in cui ci siamo conosciuti è coinciso con il momento in cui io stavo cercando dei suoni nuovi, che neanche a farlo apposta lui aveva. Ci siamo subito trovati, poi di lui mi piace che se ne frega di produrre tutti e tutto, fa pochissime cose e solo quando è ispirato, senza stress. Con i ragazzi di Blue Nox c’è sempre un ottimo rapporto, ci vediamo spesso e ci confrontiamo, forse non come prima perché le vite di ognuno cambiano ed è normale che sia così, ma ci vogliamo bene, siamo stati essenziali l’uno per l’altro e questo credo sia una cosa che ci legherà sempre.

SD: Sono un fan di Frank Ocean e con te mi capita spesso di cogliere citazioni estetiche sue. Che ne pensi di ‘Blonde’? Hai comprato anche tu il suo magazine Boys Don’t Cry?

M: ‘Blonde’ è un disco stupendo. La fanzine ce l’ho, forse ci sono troppi uomini mezzi nudi ma è una bomba.

SD: ‘La Pagherai’ e ‘Nessuno Ride’, pezzi non contenuti in nessun disco, sono solo frutto di guizzi d’umore temporanei, riempitivi tra un disco e l’altro oppure tracce che alla fine non sono state incluse perché considerate b-side?

M: E’ raro che io abbia dei pezzi che non inserisco negli album, quindi si, questi due che hai citato sono stati scritti e composti in momenti morti tra un disco e l’altro. Questo perché quando faccio un disco non sono uno che fa sessanta brani e poi ne sceglie dodici, proprio perché quando scrivo è per dire qualcosa.

SD: Come è stata scelta tutta l’estetica del video di ‘Nessuno Ride’?

M: Ho lasciato carta bianca a Martina Pastori, regista con cui abbiamo lavorato spesso e che ora sta firmando alcuni tra i videoclip più belli.

SD: ‘Kryptonite’ è forse il tuo pezzo che preferisco: chi ha provato a copiartelo?

M: Il video? Beh, un po’ di persone. Credo sia stato uno dei video che hanno segnato la svolta nell’estetica di molti artisti italiani, e lo dico non per vantarmi. Se riguardi quel video, non puoi non rimanere colpito soprattutto pensando che è uscito nel 2012. In questo Ludovico e Sami, i registi, hanno fatto una roba veramente degna di nota.

SD: Trovi difficoltà come persona e come artista nel raccontare le cose tue più intime e non inventare magari storie in cui comunque chi ti ascolta possa riconoscersi o ritrovarsi?

M: Per me sarebbe proprio difficile fare come dici tu. Cioè per me non è difficile raccontare le mie cose, lo sarebbe molto di più inventarle.

SD: ‘Disco Inverno’ è stato il tuo album di debutto, ‘Laska’ invece quello della maturità. Come consideri o come vorresti fosse visto ‘Lungomare Paranoia’? Come sono cambiati Corrado e Mecna?

M: Io continuo a non trovare grosse differenze tra questi tre dischi, a livello di attitudine. Sono cambiate le sonorità, è vero, ma meno male perché fare i dischi uguali non porterebbe da nessuna parte. Io vedo la musica come qualcosa che ti aiuta a crescere, ed è normale che io cresca facendola. Quindi sia Corrado che Mecna sono cresciuti insieme, con la differenza che ora hanno più controllo del mezzo espressivo.

SD: Pensi sia più facile e più alla portata di tutti fare rap al giorno d’oggi rispetto a quando hai iniziato tu? Cosa ne pensi delle nuove leve? Hai qualcuno da consigliarci in particolare?

M: Penso sia più facile arrivare alla gente, quello si. Ci sono i social, le sponsorizzazioni, Youtube. Prima tutte queste cose te le dovevi guadagnare con calma, io ho dovuto fare così e mi è piaciuto perché mi ha aiutato a stare sempre con i piedi per terra. Le nuove leve secondo me sono una boccata d’aria fresca che si è imposta su una scena che ha sempre bacchettato tutto e tutti, non riuscendo mai veramente ad esprimersi. Quindi è anche grazie a questo movimento che c’è adesso se potranno emergere realtà diverse tra loro e sempre più contaminate, perché l’hip-hop degli anni 90’ era figo… negli anni ’90.

SD: Oltre all’aspetto musicale, noto come tu abbia gusto e ricercatezza nel vestire. Quali sono i tuoi riferimenti in campo di moda?

M: Non ho dei veri e propri riferimenti, però ho sempre amato essere stiloso. In questo preciso momento mi piace la roba senza scritte o loghi enormi, anni fa uscivo pazzo per Supreme e tutta quella roba là, quando dovevi andare a New York per prenderla. Ora la fanno anche a Barletta (ride).

SD: Non voglio rievocare fantasmi del passato, ma raccontami del tuo esame di Final Cut in rima…

M: Ah, merda. Eh, si nella scuola che ho fatto per imparare ad usare i programmi di progettazione grafica, c’era anche il corso di Final Cut. Il professore ci aveva detto di provare ad applicare in un video tutto ciò che ci aveva spiegato, e che il tema doveva essere “l’imprevisto”. Quindi se ci pensi è stata una mega paraculata, però presi 30 e lode e il professore impazzì, bloccando l’esame degli altri e chiamando altri alunni e colleghi in aula per mostrarglielo.

SD: In questo mondo dove pure innamorati pazzi non regaliamo fiori, tu sei ancora quello che compra una rosa dai tipi delle rose?

M: No, ma mi piace sorprendere chi vale la pena di essere sorpreso.

SD: Qui su Salad abbiamo una rubrica chiamata Mixtape, dove chiediamo ad un artista di scegliere cinque pezzi (tra i suoi preferiti del momento o di sempre, senza un particolare ordine): dimmi i tuoi…

M: Senza dubbi ti dico tutto quello che gravita attorno a 070 Shake. Non sto ascoltando altro ormai da un paio di mesi.

SD: Grazie del tempo che ci hai concesso, Corrado.

https://www.mecnamusic.com/
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@mecna

1041 © Mattia Buffoli

(Txt Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi; Pics Mattia Buffoli)

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