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Salad Days Magazine | March 19, 2024

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Messa ‘Belfry’

Messa ‘Belfry’
Salad Days

Review Overview

8.5
8.5
8.5

Rating

MESSA
‘Belfry’-LP/CD/Digital
(Aural Music)
8.5/10


Approcciarsi ad un gruppo come i MESSA non è affatto facile. Il loro suono, il loro messaggio, il loro background culturale è talmente vasto e ricco di simbologia, che bisogna prendersi il tempo necessario per approfondire e capire il tutto. I nostri sfornano un doppio vinile inciso su tre lati per Aural Music, etichetta di culto nel panorama internazionale, per la quale ho una profonda venerazione, visto l’altissimo livello delle sue produzioni. Una grafica semplice ma allo stesso tempo affascinante, ci introduce all’essenza dei MESSA. In copertina troviamo una foto in bianco e nero del campanile sommerso del lago di Resia, un posto magico, in cui si dice in certe notti si possa sentire ancora il suono delle sue campane. Tirando fuori il vinile dalla busta di plastica, infatti, apriamo il gatefold e subito veniamo a conoscenza dei testi e dei simboli che il gruppo adotta. Simboli così diversi fra loro ma accumunati dal misticismo e dal mistero che permea la band. Su tutto domina quel senso di occulto che devo ammettere mi affascina davvero tanto. Una volta messo su il platter veniamo immediatamente catapultati in un universo doom etereo e soffuso, in cui però non mancano momenti elettrici e sconvolgenti. I MESSA sanno perfettamente a cosa vogliono dare vita: un muro sonoro fatto di melodia ma anche di profondità. La voce di Sara è assolutamente perfetta: splendida nel suo sussurare ma decisa quando le chitarre si fanno più cupe e pesanti. E’ lei la Donna Scarlatta di cui Crowley era ossessionato, colei che cavalca la bestia. L’incedere delle chitarre è l’ossatura di questo disco: soffusa e leggiadra nelle parti più sognanti, dolorosa e implacabile nelle parti più dure. Una sorta di rituale di purificazione. Basso e batteria sono gli ideali cerimonieri di questo culto pagano: creano un vortice nero e ribollente di miasmi e fluidi, in cui verrete immersi. L’atmosfera che questi brani infondono ha dell’incredibile: una sequenza di immagini in bianco e nero della vostra essenza più intima, di quella coscienza nascosta molto spesso anche a voi stessi. Ascoltare questo disco è come essere trasfigurati in un altro luogo, mentre osservate il vostro corpo disteso in un bianco camice. Mentre osservate l’alba di una nuova concezione del vostro essere e la libera espressione di voi stessi. Possa Babalon essere con voi.
(Marco Pasini)

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