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Salad Days Magazine | April 18, 2024

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P38 La Gang @ Circolo Arci Tunnel, Reggio Emilia – recap

P38 La Gang @ Circolo Arci Tunnel, Reggio Emilia – recap
Salad Days

Grazie ad un’intervista del meritevole Canthc ho scoperto con grande “eccitazione” i P38 – quelli rap/trap – i P38 “La Gang”; non i P38 – quelli punk/oi già recensiti qui i P38 punk.

Cazzo, già da questa macchinosa intro dovrebbe essere chiaro, ad una qualsiasi persona pensante, come certi temi e certi slogan siano molto “sexy” (e non mi rompete i coglioni se uso ‘sta parola) in certi ambienti di rottura, in certe situazioni antagoniste. Prima riflessione per i vari streamers/webziners/giornalisti (i pochi giornalisti), che cercano con il loro sporco e/o bel lavoro di rivitalizzare un cadavere. Il punk (o forse il rock) è morto. POCHE PALLE. Senza andare indietro alle svastiche di Sid Vicious (roba che dovrebbe essere ampiamente “capita”, o per lo meno “digerita”, dal mondo pop, roba da libri di storia della musica), recensendo i P38 punk vi parlavo del loro “immaginario” di riferimento, piuttosto che dei vari Disciplinatha o Erode. Il punk (o forse il rock), oggi, ha evidentemente perso (in forza d’urto, in “hype”) quella carica, quello “schiaffone”, quella particolare congiuntura spazio/temporale che ha portato i Disciplinatha ad essere osteggiati, anche duramente, dalla sinistra istituzionale piuttosto che dalla critica di “regime”. In altre parole. Nonostante la guerra e tutta la retorica che sta attorno alla Russia oggi, nessuno, o pochi, si sono scomodati a recensire/parlare dei nostri amici P38, quelli punk.

SIAMO VECCHI. Ed a nessuno interessa quello che fanno i vecchi. Il rock in Italia è Celentano. PUNTO. Al contrario si direbbe che il territorio super-fertile per queste tristi discussioni sia diventato il rap/la trap. Mi riferisco alle polemiche/interrogazioni/richiesta di dimissioni/“cosa succede nella città del tricolore”/inaudito etc etc etc – a seguito del concerto dei regaz, “La Gang”, in quel di Reggio Emilia, Arci Tunnel. Googlate la stampa locale (e non solo, visto che stiamo arrivando a Repubblica), e ne vedrete delle belle. Io c’ero. E con me c’erano una settantina di persone (pensavo di più). Ultimo concerto della gang (mi sembra) prima del MIami. Sarà una platea completamente diversa. Sarà Milano. In questo clima di “vogliamose bene”, secondo me, ci sarà un bel po’ di materiale per tutte le categorie “giornalistiche”. Ma veniamo al dunque. E sgombriamo il campo da ogni dubbio. Dal punto di vista “tecnico”, vogliamo parlare della qualità di quello che abbiamo visto? Gran botta. Ci sanno fare, anche dal vivo. Tirano dentro. Approccio molto casinaro. Quel sapore super underground, di pericolo, che mi riporta ai tempi del Truce e cose del genere. Ci sono dei gran pezzi (‘Fritto Misto’, ‘Ghiaccio Siberia’ su tutte). Hanno il palco, come si dice, nonostante la squadra si sia allenata, assieme, poco. Ci sono le basi di Dimitri: efficaci, anche fighe per un cinquantenne come il sottoscritto, che per me il riferimento sono i Bomb Squad, mica Don Joe. Dal punto di vista della quantità? C’erano 70 persone. Cazzo un polverone del genere per 70 persone? Vedrete. Alla prossima ce ne saranno il doppio. Continuerete? Diventeranno 400. E via così. L’ABC della comunicazione. Neanche l’ABC della comunicazione.

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Dal punto di vista dei contenuti.
Uno. Basterebbe leggere, basterebbe ascoltare ‘Primo Comunicato’, con cui iniziano il set (primo ovvio brano anche di ‘Nuove BR’), per farsi un’idea del senso di questa operazione. “Non siete rapper. Siete degli imprenditori dal cazzo”.
Due. PER FAVORE. Prendete ‘Renault’, e confrontatela con ‘Piango Nella Lambo’ (cazzo: ‘PIANGO NELLA LAMBO’). Clash of cultures. Scontro generazionale. “Non siete rapper. Siete degli imprenditori del cazzo”. Mi volete dire che le idiozie che sento cantare da Gue’ e Rose sono “ok”? Anzi. Mi volete dire che le idiozie che sento cantare da Gue’ e Rose sono “meglio” delle idiozie che rappano Young Stalin e Company? MA PER FAVORE.Per lo meno le rime dei regaz invitano ad una qualche ricerca, ad una qualche lettura. Cosa leggo, cosa ricerco dopo ‘Piango Nella Lambo’? NIENTE. VUOTO. Come i Black Sabbath: ‘Into The Void’. Dal punto di vista dei contenuti, episodio 2. Ho sentito parlare, da parte di chi sta puntando il dito, di valori, di storia, di tradizione, di memoria, di infangamenti, di rispetto etc etc. Ho sentito dire che l’alternativa al concerto di questa sera, per i 70 presenti, sarebbe stato, in televisione, il concertone del primo maggio. Parliamoci chiaro. Preferisco che mio figlio ascolti DAL VIVO 4 persone che fanno casino? O preferisco che mio figlio guardi IN TV una noiosa rassegna, il Sanremo in salsa rossa su Rai Tre, con highlight quest’anno una (pur brava, intendiamoci) ultra ottantenne? MADDAI. Dal punto di vista della forma.

Incredibile come le critiche, incredibile come le dita puntate siano roba VECCHIA. Possibile che nel 2022 io senta ancora parlare di volti coperti? “se avete coraggio delle vostre parole, ditele scoperti”! Il discorso “volto coperto”, lo sa anche mia madre, CAZZO, è sdoganato da mille anni, pure nel POP. Dai Daft Punk a Deadmau5… dimenticavo, PURE Bloody Beetroots ci è andato a San Remo! Possibile che nel 2022 faccia ancora paura un passamontagna? Gli Hate & Merda con le loro calze di nylon da serial killer (forse) fanno paura. I Rip Offs con i passamontagna neri (forse) fanno paura. I passamontagna bianchi dei P38 mi fanno pensare ai Tele Tubbies. Se proprio vogliamo ai Masked Intruder. MADDAI. Dal punto di vista della forma, episodio 2. Come spesso accade dalle nostre parti, si tende a scordare la storia. Quindi. Joe Strummer e la maglietta RAF/Brigate Rosse yes. Joe Strummer è un poeta. I P38 con la bandiera delle BR no. I P38 sono feccia. I 70 di questa sera sono FECCIA. Gli organizzatori di questa sera sono FECCIA.

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Conclusione.
Come ho scritto in altre occasioni (dai Subsonica agli Smashing Pumpkins) stiamo assistendo alla gentrificazione della musica. Qualcuno (anche molti miei amici) vorrebbe che la musica fosse tutta uguale. Perfetta. Senza sussulti. PIATTA, no colpi di scena. QUANTIZZATA, come direbbe l’amico Saini. E, soprattutto, vorrebbe che TUTTI ascoltassero ‘sta roba. Bene. Io sono cresciuto (piuttosto bene) in un mondo con i Suicidal che scrivevano ‘I Shot Reagan’, con gli Agnostic Front che urlavano ‘Giuliani Fuck Off’… e potrei andare avanti per pagine. Perfino i Litfiba avevano certi testi che facevano piuttosto “male”. Mio figlio si merita qualcosa di più trasgressivo che ‘Piango Nella Lambo’. Mio figlio si merita qualcosa di più travolgente che una cover di Chico Buarque.
(fmazza1972)

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