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Salad Days Magazine | March 29, 2024

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HARDSIDE
‘Time Is Punishment’-CD
(6131 Records)
3,5/5

Poco meno di mezz’ora è l’assalto sonoro è compiuto. L’hardcore metallizzato degli Hardside è una mazzata old-school che non accetta regole o compromessi. Arrivano da San Antonio, Texas, ma sembrano usciti or ora da un lurido vicolo della Grande Mela. Prendono molto dalla scena hc newyorchese (diciamo un nome su tutti, Agnostic Front, così ci togliamo il pensiero), ma presentano anche delle caratteristiche thrashy tanto da ricordare gli Anthrax dei bei tempi, il tutto condito con uno spirito combattente da gang di quartiere. ‘Time Is Punishment’ è il loro debutto, ma è maturo quanto basta per garantire soddisfazione agli affezionati del genere, e a trasmettere rabbia e coerenza di idee. Gli undici brani sono tutti istantanei e violenti come cazzotti in pieno volto, e se in alcuni casi si privilegia l’andamento cadenzato, in altri si pigia sull’acceleratore (‘Shut It Out’, ‘Controlled’) in modo da variare la proposta, anche all’interno dello stesso pezzo. Le vocals roche e cattive sono accompagnate da qualche slancio quasi in falsetto (non usuale). Comunque, non so se per loro è un complimento, ma sembrano dei gran bastardi.
(Flavio Ignelzi)

CULTURE WARS
‘Poptimism’-CD
(Fallo Dischi/La Fine)
4/5

L’impostazione è post-punk, e non lasciatevi fregare dalle melodie solari e spensierate che sembrano voler evocare giovinezza e “bonheur de vivre”. Anche l’andatura sgangherata e pigramente trascurata è una grossa finta, e segna un punto a favore dei Culture Wars, fottuti falsi dandy, così come l’aria svampita che trasmettono tutte la canzoncine di ‘Poptimism’, titolo delizioso e indovinato per la sua aderenza al contenuto. Lo-fi nella forma, potrebbe dire qualcuno, e posso anche essere d’accordo, ma che non lo si confonda con povert

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