Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | April 25, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Reviews update

Reviews update
Salad Days


UNDEROATH
‘Anthology 1999-2013′-CD
(Tooth & Nail)

Mesta operazione commerciale questa antologia targata Underoath, band che ha cavalcato l’onda commerciale dello screamo fino al 2007 e che poi ha pian piano perso fascino e componenti col passare del tempo. Una band che ha da sempre posto la cristianità al centro del progetto, arrivando spesso a confronti a muso duro con altri nomi noti dell’ambiente alternative mondiale (vedi l’esclusione di qualche anno fa al Vans Warped Tour per i proclami anti-omosessuali di uno dei componenti sul palco). Che dire di questa opera? Che sicuramente se si è fan è un acquisto decisamente superfluo, nonostante alcune rarità in formato demotape che però hanno ben poco a che fare con gli Underoath che noi tutti conosciamo. La tracklist è strutturata sui vari singoli posti nella loro discografia, alcuni semplicemente stupendi come ‘In Regards To Myself’, ‘Writing On The Walls’ e ‘Too Bright To See, Too Loud To Hear’ altri che invece non hanno poi dato i risultati sperati. Mai come nel loro caso lo scioglimento può essere considerata la scelta migliore, visto che ultimamente sia dal vivo che su disco la qualità era andata pian piano in calando, specie soprattutto dopo la dipartita del cantante/batterista Aaron Gillespie, forse il primo a fiutare un’aria ormai troppo pesante all’interno del gruppo. In attesa della solita reunion di stampo commerciale non possiamo far altro che andare oltre questo quasi del tutto inutile lavoro.
(Arturo Lopez)

WITHIN YOUR PAIN
‘Little Stars And The Perfect Yellow Keys’-CD
(To React Records)

Il viaggio dei vigevanesi Within Your Pain giunge al capolinea, scelta fatta di comune accordo tra i vari componenti a causa del poco tempo a disposizione da dedicare al progetto. Ma prima dei titoli di coda ecco ‘Little Stars And The Perfect Yellow Keys’, EP di sei brani in free download che la band ha deciso di donare ai propri fan. Al suo interno tutti gli elementi che hanno contraddistinto l’esistenza dei Within Your Pain: non prendersi mai troppo sul serio e suonare ciò che da sempre amano: il metalcore. Dall’esordio a oggi sono cresciuti parecchio e soprattutto in questo EP si nota parecchio: il fatto di essere andati oltre ai classici breakdown e soluzioni chitarristiche gettonate nel genere d’appartenenza è sicuramente motivo d’orgoglio, così come aver reso ancor più metal il loro DNA. Se qualcuno si avvicinasse oggi per la prima volta al quintetto pavese probabilmente penserebbe che io stia bestemmiando parlando di metalcore e in effetti come dargli torto, i nuovi brani seguono quel filone death metal di ultima generazione che tanto piace a questi musicisti, arrivando a chiudere con un brano dal titolo eloquente: ‘We Are Not So Proud Of This Song But Our Label Asked Us A Cool Song Like An Emmure Song’, ovvero un tipico brano da Emmure rifatto dai Within Your Pain. Un testamento ricco di verità e qualitativamente buono quello lasciato dal gruppo…Ne sentiremo la mancanza? A voi la risposta.
Arturo Lopez

CANCER
‘The Weight Of The World’-MCD
(Flix Records)

L’odore di benzina si sente forte in questo EP degli svizzeri Cancer, terzetto cresciuto a pane e Social Distortion. Una band che ha molte cose da dire e che è sicuramente molto apprezzata in Europa (l’EP arriva in Italia con diversi mesi di ritardo rispetto al resto del Vecchio Continente), tra gli ultimi esponenti di una scuola di pensiero vecchia scuola che oggi sembra esser quasi sparita nel panorama alternative. In ‘The Weight Of The World’ sono presenti una manciata di canzoni ben fatte, dove la maturità e quel modo di porsi fresco e spensierato dei suoi protagonisti riesce nell’intento di non annoiare l’ascoltatore dopo pochi brani. Punk-rock suonato con passione e conoscenza del tema, questo è quello che sanno fare i Cancer, un combo di nostalgici che riesce nell’intento di far muovere a ritmo i piedi all’ascoltatore e convincere già dopo qualche ascolto. Avanti così ragazzi!
Arturo Lopez

GENERATION.ON.DOPE
‘Ghosts’-CD
(Futurebeat Ltd)

Dopo tanta attesa eccoci finalmente dinnanzi al ritorno dei G.O.D., band varesina che abbandonata Bagana Records ha trovato spazio nel roster della neonata etichetta britannica Futurebeat Ltd. E per festeggiare al meglio questo sodalizio ecco ‘Ghosts’, album disponibile in versione digitale e digipack (solo attraverso i canali della band) che evidenzia una netta maturazione da parte del gruppo. Abbandonate in parte le trame melodiche del passato, i musicisti hanno trovato nell’alternative rock la propria dimensione ideale, mostrandosi attenti osservatori di ciò che passato e presente hanno donato a questo tipo di musica. Da qui ecco appunto un lavoro completo sotto molti punti di vista, a iniziare dall’affiatamento generale e dalla capacità di costruire canzoni efficaci dal primo all’ultimo secondo. Quest’ultima in particolare era un po’ la pecca del debutto, prontamente cancellata in questa nuova dimensione dei G.O.D. Una band che ci regala alcune possibili hit come la title-track e ‘Am I The Sun?’, dirompenti e ben curate sotto il profilo sonoro. Una cosa che di solito il sottoscritto non apprezza ma che in questo caso ha trovato interessante è l’inserimento di una cover nella scaletta, vale a dire ‘Burn’ dei Cure, semplicemente ben fatta. Il cantato mai invasivo non disturba l’ascolto, risultando a tratti accattivante grazie all’utilizzo dosato di cori. Un gradito ritorno.
Arturo Lopez

FOOLISH WIVES
‘Stay Angry! Stay Foolish!’-CD
(This Is Core Music)

I friulani Foolish Wives sono il classico esempio di come certa musica fondamentalmente non morirà mai. In questo caso stiamo parlando dell’hardcore melodico, stile che quando pensi sia finito torna alla carica attraverso nuovi adepti. Come questi Foolish Wives ad esempio, band friulana che ha come battaglia personale il riuscire a diffondere questa tipologia di musica in ambienti da sempre punk-rock oriented come quelli da dove provengono. Lotta dura senza paura quindi: spazio a canzoni tirate dove arrivare ai quattro minuti è pura eresia e a soluzioni care all’universo Fat Wreck Chords. Brani col calore del sole nel cuore sono ciò che troviamo in ‘Stay Angry! Stay Foolish!’, album che cerca in tutti i modi di risultare vario attraverso scenari atipici (a tratti heavy, a tratti rock) e piacevole all’ascolto in diverse occasioni. Come la maggior parte dei progetti in piena fase di evoluzione non mancano i punti negativi, in questo caso rappresentati dal cantato, non sempre all’altezza della situazione ma ben sorretto dai cori d’assalto posti più o meno in tutti i brani. Se band come NoFx e Strung Out rimangono tra i vostri paladini in fatto di musica dare una chance a questi Foolish Wives potrebbe forse essere una scelta azzeccata, se invece ritenete l’hardcore melodico qualcosa di datato passate subito oltre.
Arturo Lopez

30 MILES
‘The Smiles Of Rage & Paranoia’-CD
(This Is Core Music)

Che i toscani siano persone eccentriche è ormai constatato, a quanto pare anche sul lato musicale. I fiorentini 30 Miles sono semplicemente pazzeschi, hanno una carica addosso che è solita a chi ha l’adrenalina a mille, a chi vuole farsi in tutti i modi notare. Solitamente il rischio di esporsi in maniera così netta è quello di fallire se non si hanno soluzioni valide al seguito, nel loro caso beh, non va proprio così. ‘The Smiles Of Rage & Paranoia’ è un prodotto pensato e concepito da menti giovani, che non si sono fermate dinnanzi ai primi ostacoli ma bensì li hanno superati con lo slancio e la strafottenza tipica degli adolescenti. A tratti Rise Against, in altre situazioni più inclini al rock’n'roll stile primi Subways, i 30 Miles stupiscono l’ascoltatore, mostrandosi se non altro aggiornati in campo musicale e autori di 11 brani vibranti, da perfetto power trio. Dategli una chance, non ve ne pentirete.
Arturo Lopez

CIEMENTIFICIO
‘Marcia Marcia’-CD
(Dysfunction Records)

Questa band pescarese negli anni 80 avrebbe fatto sussultare ogni metal maniac, o almeno così si potrebbe pensare dopo aver ascoltato il loro secondo lavoro discografico ‘Marcia Marcia’. Thrash metal vecchia scuola il loro, dal riffing tirato e dalle ritmiche spezzacollo, come tanto piace a chi fa dell’old school il proprio verbo, fatto di suoni grezzi e tanta, tantissima sana ignoranza metallica. Ciò che diversifica i Ciementificio dal resto del panorama thrash sono però i testi il mood dei musicisti, i primi semplicemente esilaranti e il secondo sempre spinto verso l’ironia, con foto divertenti e il sorriso stampato sul viso di ognuno di loro. Nulla di tremendamente incazzoso quindi (a parte rari casi, come “Tronista sei il primo della lista” minacciosa dichiarazione d’intenti da parte di aspiranti concorrenti dai sogni spezzati quali questi musicisti) ma tanti sorrisi che verranno spontanei dopo aver letto e ascoltato i testi qui presenti, tutti rigorosamente in italiano e semplicemente geniali per certi versi. Insomma un bel disco: sound potente e testi che una volta tanto non ti fanno incazzare più di quanto si è già nella vita di tutti i giorni. Un toccasana insomma.
8/10
Arturo Lopez

Submit a Comment