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Salad Days Magazine | March 29, 2024

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3 Comments

Sonisphere Festival 2015 @ Assago, Milano – recap

Sonisphere Festival 2015 @ Assago, Milano – recap
Salad Days

Ritorna come ogni anno uno dei più grandi punti di ritrovo per gli amanti del metal in Italia, e come ogni anno abbiamo potuto assistere alla netta divisione tra chi critica e chi elogia.

A spiccare nella scaletta sono i Metallica e come si può immaginare la maggior parte del pubblico era presente solo assistere alle ultime tre ore di questo festival, un vero peccato perchè la giornata era ricca di acts interessanti e alcune novità dal punto di vista musicale, ma andiamo con ordine. Location leggermente azzardata quella di quest’anno, nel parcheggio del Teatro della Luna, immediatamente retrostante al Forum di Assago. Azzardata perchè, come ho constatato al nostro arrivo, non lasciava scampo al sole e al caldo che si sono protratti per tutta la giornata, senza offrire ripari d’ombra e mettendo a disposizione solo un’area rinfresco con dei vaporizzatori d’acqua. Arriviamo al termine del set degli Hawk Eyes, per l’inizio dei Three Days Grace. Sarà che il loro metal alternativo non si sposa bene con il caldo del primo pomeriggio, ma preferisco stare in disparte mentre portano a termine il loro set. Ritorno in mezzo al pubblico per l’inizio dei We Are The Harlot dato che avevo grande curiosità di vedere in azione il progetto hard rock di Danny Worsnop, ex frontman degli Asking Alexandria. La situazione musicale centra però poco: i quattro sono fortemente influenzati dal rock classico e dal glam, anche nell’aspetto estetico. Dopo averli incontrati al meet & greet coi fan al Monster Rig, super disponibili a scherzare e a fare foto coi fan, torno tra il pubblico per l’inizio dei Gojira. Una band che conoscevo solo di nome (ammetto le colpe), mi è stato fortemente suggerito di prestare loro attenzione da vari amici che seguono questo genere ed infatti sono rimasto positivamente impressionato: il loro death metal tecnico forse non si addiceva ad una situazione di sole cocente, ma l’energia che hanno messo è stata veramente apprezzata. Arriva poi il momento dei Meshuggah, una delle bands che non volevo assolutamente perdere in questo festival: gruppo storico per gli amanti del metal estremo e del downtuning, vedendoli per la prima volta mi hanno convinto anche se i pareri intorno a me erano discordanti, sentivo gente parlare di come fossero sotto tono rispetto ad altre volte che son passati in Italia. Dopo un cambio di allestimento del palco con abbondanti dosi di fiori, salgono sul palco i Faith No More: la band capitanata da Mike Patton, vestita completamente in abiti bianchi, esegue una scaletta degna composta da 17 pezzi con molti dei brani che un fan avrebbe voluto ascoltare (dal pre­ scioglimento tipo ‘Ashes To Ashes’ al ritorno di ‘Sol Invictus’). Forse per la poca partecipazione della gente, Patton inizia a parlare in italiano con il pubblico iniziando a piazzare nelle frasi qualche insulto, devo dire che “pirla” e “merdallari” mi hanno fatto abbastanza sorridere, anche se il resto della gente non sembrava gradire troppo. Ritorno quindi indietro per cercare di gustarmi lo show dei Metallica da una posizione meno soffocante. Quando i Four Horsemen salgono sul palco è ovviamente una grande emozione. Una scaletta che passa tutti (o quasi, purtroppo) i loro dischi, con tutti i classici del caso. Se volessi fare il pignolo avrei voluto ascoltare qualcuna tra le mie preferite tipo ‘Whiplash’, ma già così mi sembra oro: è comunque la prima volta che li vedo live nonostante abbia consumato la cassetta di ’Ride The Lightning’ nel walkman. 18 pezzi sono abbastanza, una volta finito lo show la band rimane sul palco e si diverte, gioca a calcio coi palloni gonfiabili, ride col fan club e Lars fa addirittura suonare il suo setup di batteria ad un fan. Sinceramente non capisco tutte le critiche ai live shows dei Metallica, tecnicamente non ho sentito grandi imprecisioni anzi, dimostrano di essere una band che da più di 30 anni fa vedere come si suona un genere. Per quanto riguarda il polverone uscito nei giorni successivi che critica gli organizzatori (a tal punto da organizzare una class action per il rimborso del biglietto), mi sembra eccessivo anche quello. Nonostante sia arrivato anche io nel primo pomeriggio e mi sia beccato una delle giornate più calde che questo Giugno potesse offrire, sapevo bene o male già prima a cosa andavo incontro: un vasto parcheggio occupato da 30mila persone, forse di più. Sono abbastanza sicuro che chiunque abbia preso una prevendita o un biglietto sapeva che sarebbe stato nella stessa situazione, quindi perché lamentarsi gratuitamente dopo? Lo show è finito anche in tempo per prendere l’ultima metro per il ritorno a casa, direi che meglio di così non poteva andare.

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(Txt by Marco Mantegazza & Pics by Arianna Carotta)
http://it.sonispherefestivals.com/

Comments

  1. ROberto

    Sapevo bene che sia rho che assago erano 2 cazzo di parcheggi.
    Quel che non sapevo era che sarebbero stati riempiti ben oltre il limite massimo.
    detto questo…fottiti.

  2. Cassandra

    Ci si lamenta perché il biglietto era stato preso per Rho e non per questo corridoio circondato da container, ci si lamenta perché molti non sono riusciti a vedere neppure i teleschermi,ci si lamenta perché all’uscita mancava totalmente la sicurezza,ci si lamenta perché alcuni non sono riusciti ad accedere al gold pur avendo il biglietto per quell’area. Francamente trovo assurdo che si neghi l’evidenza.

  3. Antonio

    Buonasera, ho 45 anni ed ho iniziato a girare per concerti e festival in Italia ed all’estero all’età di 12 anni con mio padre e in tutta onestà il concerto del 02 giugno o giugo (evidenziare “giugo” non è polemica perchè miei cari signori il medesimo errore ricorre anche nell’anno 2013 o 2014 pertanto evidenzia la non curanza di tutto ciò che riguarda l’evento) è stato l’unico che mi ha impressionato negativamente, sin dal primo momento dell’entrata nell’aerea mi son detto: “ma se qui succede qualcosa ci scappa la strage”. Rimango attonito e mi lascia molto preoccupato il fatto di leggere recensioni di alcune persone che ritengono che le lamentele circolate sin da subito siano state e siano tuttora esagerate, ma la cosa che mi lascia l’amaro in bocca è che le stesse persone che oggi scrivono così il giorno del concerto non abbiano percepito minimamente la gravità di ciò che si proponeva al pubblico. Mi auguro che questi articoletti siano stati scritti per andare controcorrente e per darsi un filo di visibilità. Sappiamo bene come funziona in Italia e come funziona l’italiano o ci scappa il morto oppure “ma si va tutto bene” però siam pronti subito ad indignarci quando accade il peggio. L’evidenziare la mala gestione a tutti i livelli, non solo di Live Nation e voglio risaltare questo dettaglio, dovrebbe essere soprattutto compito vostro che scrivete e domandarvi se davvero vale la pena che i Metallica piuttosto che altre band vengano a suonare nel nostro paese a fronte del rischio di danni irreparabili. Per terminare mi domando, da ignorante, se sia possibile che in un territorio così esteso come la Lombardia non si riesca a trovare uno spazio idoneo ad ospitare eventi di questo tipo.. bah!
    cordialmente, Antonio

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