Parlano poco i Thrice. Ma suonano tanto (un’ora e mezza) e lo fanno benissimo. Ma questo già si sapeva.

C’era attesa per il ritorno in Italia della band di Irvine, California, che mancava dal nostro paese da più di dieci anni. La risposta del pubblico c’è stata, sia in numero di presenze che dal punto di vista della partecipazione, cosa, questa, che è stata notata da Dustin e soci che hanno ringraziato. Un’ora e mezza di set per venti canzoni. La band ha pescato da quasi tutta la sua discografia, eccezion fatta per ‘Identity Crisis’ (peccato) e ‘First Impressions’ (sarebbe stata apoteosi).

‘Stare At The Sun’, ‘All The World Is Mad’, ‘Deadbolt’, ‘The Artist In The Ambulance’, ‘Firebreather’, ‘Yellow Belly’, ‘Deadalus’ e le più recenti ‘Hurricane’, ‘Black Honey’, ‘The Long Defeat’ sono solo alcune delle canzoni con le quali i Thrice hanno letteralmente infiammato Zona Roveri. A metà set anche la nuovissima ‘The Grey’, primo estratto del nuovo, attesissimo, album in uscita per Epitaph Records entro la fine dell’anno, stando alle parole di Dustin. I Thrice suonano meravigliosamente, non un errore, non una sbavatura. Oggi più che mai non hanno nulla da invidiare a colleghi ben più blasonati. Il concerto termina sulle note di ‘Earth Will Shake’ con il pubblico felice di aver assistito ad un gran concerto degno di essere definito tale e la band felice allo stesso modo (si è capito non con le parole, ma son bastati gli sguardi) per l’accoglienza ricevuta. Pare che non bisognerà aspettare altri dieci o più anni per rivederli dalle nostre parti, e questa è un’altra bellissima notizia. In apertura, il trio belga a nome Brutus, interessante band post-(quello che volete) capitanata dalla batterista e vocalist Stefanie. Sconosciuti ai più prima di questa data, con la loro mezz’ora di set hanno lasciato un buon ricordo ai presenti, stando alle parole degli stessi una volta finito il concerto.

(Txt Francesco Zavattari; Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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www.wearebrutus.bandcamp.com