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Salad Days Magazine | April 25, 2024

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Zao ‘Xenophobe/Fear Itself’

Zao ‘Xenophobe/Fear Itself’
Salad Days

Review Overview

7
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Rating

ZAO
‘Xenophobe/Fear Itself’–EP
(Zao Music)
7/10


Gli Zao? Veramente? Sì, a distanza di ben sei anni sono in arrivo due canzoni nuove di zecca firmate Zao, praticamente una produzione di zero virgola trentatre periodico canzoni ed un minuto di musica l’anno. Questo per dire che gli Zao non “sono tornati” veramente, non ancora. La band del West Virginia può permettersi ciò che vuole, in effetti, essendo già nell’olimpo del metalcore da prima ancora che esistesse tale definizione. Loro stessi hanno contribuito alla contaminazione del metal con l’hc nei primi anni Novanta, quando uscirono con canzoni ed album pazzeschi, che costrinsero schiere di satanisti ad ascoltarli, sebbene loro fossero orgogliosamente una band cristiana. Gli ultimi lavori non entusiasmarono molto, dopotutto la band ha subito negli anni continui cambi di line up e l’usura del tempo, ed è quindi utile approcciarsi a questo nuovo materiale con i piedi di piombo, ma anche senza per forza confrontarlo con il resto della produzione, ormai remota. Da segnalare il ritorno di Russ Cogdell alla chitarra, che sicuramente contribuisce alla riuscita dei due pezzi in questione. La prima sensazione è che gli Zao abbiano ancora tanta grinta da esprimere, e questo sicuramente è il dato più importante che i sei miseri minuti di musica potessero rimandare. ‘Xenophobe’ rompe il silenzio della band alla grande, con suoni dissonanti ed avvolgenti, alcuni dei quali piacevolmente nuovi per la band, uniti a ritmiche feroci e con la voce di Daniel Weyandt in ottima forma. Un pezzo potente e che cattura, caratterizzato nel testo da tematiche che riguardano il razzismo. ‘Fear Itself’ è leggermente più debole rispetto all’alla prima traccia, perché si perde un po’ in strutture cervellotiche, apprezzabili, ma che non permettono al pezzo di decollare in quanto a dinamismo. È una canzone molto cupa e che rimanda sofferenza, anche perché in effetti parla delle paure quotidiane che imprigionano le menti. Gli Zao sono vivi e regalano ancora oggi qualità, peccato solo che lo facciano col contagocce.
(Francesco Banci)

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