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Salad Days Magazine | October 8, 2024

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65Dayofstatic ‘Wild Light’

65Dayofstatic ‘Wild Light’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

65DAYSOFSTATIC
‘Wild Light’-CD
(Superball Music)
8/10


“Nessuno sa cos’è successo, nessuno sa cos’è successo… Là fuori è molto pericoloso”, queste sono le uniche parole incise sul nuovo album dei 65Daysofstatic, che poste proprio in apertura infondono una curiosità inarrestabile. Cosa chiedere di più ad un gruppo post-rock, se non mistero e scenari apocalittici? Sensazioni forti che non tardano ad arrivare, e che anzi vanno oltre le aspettative. Colpi di scena in stile math-rock si alternano in ‘Prisms’, sezioni di piano minimali esplodono senza preavviso e scaraventano chi ascolta molto lontano in ‘The Undertow’, con crescendo di cui non si intuisce la fine… E di cui non vorremmo la fine. L’universo sembra non bastare a contenere le intenzioni della band inglese, che tenta costantemente di spingere verso i limiti rimanendo sempre raffinata. L’elettronica è parte fondamentale dell’album, ma i 65DOS fanno stilisticamente un passo indietro rispetto agli ultimi lavori, lasciando maggiore spazio alle parti strumentali più tipicamente post-rock e ricreando quella perfetta miscela che li aveva fatti conoscere. Giri di basso poderosi come in ‘Sleepwalk City’ probabilmente riconcilieranno coloro che li hanno sempre seguiti, che non potranno comunque rimanere indifferenti ai viaggi che canzoni come ‘Taipei’ fanno compiere inesorabilmente. Così scopriamo che le parole iniziali non tradiscono, là fuori ci sono cataclismi in atto a cui non possiamo assistere, ma a cui saremo costretti a partecipare; sconvolgimenti incredibili, dagli scenari tanto terribili quanto affascinanti e maestosi, che coinvolgeranno tutte le emozioni possibili. Quale sarà l’epilogo di tutto ciò? La curiosità persiste fino all’ultima traccia, ‘Safe Passage’, che lancia indubbiamente un segno di speranza, ma i 65daysofstatic stupiscono fino all’ultimo secondo ed alla fine ci lasciano sospesi coi nostri pensieri nel bel mezzo dello spazio profondo.
(Francesco Banci)

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