Mixtape
‘Narcis’ introducing Elias Elhardt´s latest short film masterpiece
January 13, 2020 | Salad DaysA film about a small ski town becoming a place of encounter in an area defined by war.
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New Era x Stretch Snap
January 13, 2020 | Salad DaysIl berretto 9FIFTY Stretch Snap di New Era, elasticizzato e con chiusura posteriore, si ispira ai 100 anni di storia del marchio…
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VANS SHOP RIOT 2019 – ITALIA
July 13, 2019 | Salad DaysIscrivere il proprio team è gratis, basta inviare una mail a vans_italia@vfc.com con oggetto “Vans Skate Shop Riot 2019″, indicando il nome dello skateshop e nome/cognome dei rispettivi 3 riders del team.
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Diamond / Tie Dye OG Script crews + Mineral Wash tees
June 16, 2019 | Salad DaysTie Dye OG Script crewnecks and OG Script Mineral Wash tees are now available exclusively at diamondsupplyco.com
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Mother: in anteprima il disco ‘Love Vision’
March 25, 2019 | Salad DaysWashington, 21 giugno 1985.
Una manifestazione davanti all’ambasciata sudafricana per protestare contro l’apartheid, fortemente sostenuta dalle personalità che gravitavano attorno alla Dischord House, culmina nello storico concerto dei Rites Of Spring al Club 9:30, dando vita a quella che viene comunemente definita “Revolution Summer”, un punto di rottura con le istanze hardcore del passato, che in quegli anni stava diventando sempre più macho e sessista, ispirando il filone emocore di fine anni’80. Non a caso Tomas Squip dei Beefater definì la nuova scena la “realtà del cuore”, in contrapposizione alla “realtà della violenza” che caratterizzava invece la scena skinhead.
Questa introduzione è quanto mai doverosa per riuscire a comprendere l’intento dei Mother, giovanissima formazione veneta attiva dalla primavera del 2017. “Love Vision” è infatti un tributo alle istanze di cambiamento portate avanti da band come Embrace, One Last Wish e Dag Nasty. Ma non solo: il disco sembra una di quelle fotografie scattate con quelle macchine che permettono di mandare indietro la pellicola e scattarci sopra più e più volte, stratificando ricordi, percezioni, pensieri e influenze che abbracciano generi diversi. Nel sottosuono dei brani si percepisce infatti il lamento rumoroso dallo sguardo incerto dei Dinousaur Jr, l’impatto emotivo del grunge-rock più sognante degli Smashing Pumpkins, la rabbia dei Turning Point, l’inquietudine di band come Alice in Chains e Sunny Day Real Estate.
I Mother riescono nell’impresa di mescolare l’alternative rock degli anni’90 con il post-hardcore degli anni’80, affrontando temi come la distanza emotiva tra gli esseri umani, la morte, l’autocoscienza, la resilienza. ‘Colorless Boy’, ad esempio, sembra un pezzo degli Scream suonato con la delicatezza dei Mad Season ed è proprio questo alternarsi di chiaro-scuri a rendere il sound della band decisamente originale. Il risultato è un disco di 19 minuti sincero, diretto e immediato, nel quale sono contenute piccole gemme luminose come il primo cielo sereno in Primavera. Un esempio è ‘Keepsake’, brano di chiusura del disco, perfetto sunto del Seattle Sound grazie anche alla presenza della voce sensibile ed espressiva di Giorgia Zabeo, sostenuta dai contributi di Samall Ali degli Slander e di Michael Simeon dei Misery For A Living. Simon Reynolds parlerebbe di “Retromania” per sottolineare l’impossibilità di liberarci di quegli spettri del passato che continuano ad influenzare le istanze culturali della nostra epoca. I Mother sono semplicemente i figli di quegli anni’90 dai quali non riusciamo a staccarci, nonostante sia un’epoca che abbiamo vissuto solo parzialmente ma che, allo stesso tempo, ci abbraccia come una Madre dal quale abbiamo ereditato la malinconia di Cobain e i colori della pop culture, entrata nelle nostre case grazie a MTV. ‘Love Vision’ ha tutte le caratteristiche per essere uno dei dischi dell’anno. Premi “play” e ascoltalo.
Agnostic Front ‘The Godfathers Of Hardcore’ documentary
February 10, 2019 | Salad Days‘The Godfathers Of Hardcore’, the much talked about and acclaimed documentary about genre pioneers Agnostic Front, will premiere at the Berlin Independent Film Festival, Germany at Kino Babylon.
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Bay Fest 2018 @ Bellaria Igea Marina, (Rn) – recap
August 30, 2018 | Salad DaysDa qualche anno è impossibile associare il ferragosto in Romagna alle discoteche o alle spiagge per famiglie, l’edizione 2018 del Bay Fest torna a portare il punk rock esattamente dovrebbe stare d’estate: di fronte al mare.
Fregandocene della scaramanzia possiamo dire che il Bay Fest è un festival affermato ed una costante dell’estate, elevato al pari di tanti molti altri simili eventi europei. Il vero plus è che i concerti iniziano di tardo pomeriggio dando la possibilità di godersi la giornata tra mare e relax o skateando la rampa all’ingresso, il tutto coronato da banchetti di dischi ed altre produzioni, con afterparty in spiaggia fino a tarda notte. Un altro punto forte del festival è lo spazio concesso alle band italiane, dai nomi più conosciuti ad altri emergenti. I Why Everyone Left hanno il compito di aprire non solo la prima giornata ma l’intero fest, segue il punk rock classico dei Duracel e quello virato verso il garage dei Forty Winks, la parentesi italiana del primo giorno si chiude poi con i Beer Bong.
La parte internazionale vede per primi i Lillingtons con l’ultima delle loro date italiane, poi in sequenza due gruppi che già abbiamo visto passare nel nostro paese non troppo tempo fa: Mad Caddies e Lagwagon. Non importa quante volte siano da queste parti, riescono a far ballare e pogare il pubblico del festival che, una volta chiusi i cancelli della prima giornata, attraversa la strada per l’afterparty in spiaggia.
Il secondo giorno inizia con Totale Apatia e Inarrestabili, poi Second Youth e Booze And Glory ed infine Agnostic Front e Dropkick Murphis. Da segnalare con questi ultimi dei mal gestiti episodi di violenza avvenuti sotto al palco, i gruppi non sono sicuramente nuovi ad episodi di questo tipo e potevano essere forse previsti e arginati.
Il giorno di chiusura parte con gli Edward In Venice e si stoppa poco dopo l’inizio dei Senza Benza per un temporale, salta il set dei Nothington che viene recuperato successivamente in acustico al boot American Socks. Una volta che la situazione meteorologica ritorna normale si riparte coi Millencolin, che purtroppo subiscono un taglio di scaletta a causa di ritardi e di gravi inconvenienti tecnici che li costringono ad improvvisare qualche canzone acustica. Il tutto si ristabilisce per i Bad Religion, abbiamo visto anche loro qualche settimana fa a Milano ma di sicuro fa piacere riascoltare ‘Suffer’ suonato per intero. Chiusura con i Suicidal Tendencies che riescono a mantenere alto lo spirito di questa giornata nonostante gli acquazzoni, chiusura con invasione di palco e tutti felici verso l’ultimo afterparty in spiaggia. In conclusione il Bayfest è uno di quei festival che non puoi giudicare se non ci sei stato, se i numeri e le presenze crescono ogni anno un motivo ci sarà: rifletti bene su dove passare il tuo ferragosto il prossimo anno.
(Txt Marco Mantegazza & pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
Lena Jackson ‘Darkness Brim’ EP
April 8, 2018 | Salad DaysThe ‘Darkness Brim’ EP by Raleigh, NC lyricist Lena Jackson highlights some of those relatable life experiences…
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Bones @ Magazzini Generali, Milano – recap
February 20, 2018 | Salad Days 1Reduce dal release party dei Futbolín, il sabato è dedicato ad una cosetta tenuta nascosta nel cassetto dal dicembre scorso: Bones.
Lo seguo dal 2012 circa, quindi il suo passaggio in Italia grazie ad uno European Tour (DeadBoy Tour) con due date (Milano e Roma, ma poi la Capitale eliminata per non si sa quale preciso motivo) è stata come una folgorazione per me. A chi non dicesse nulla il nome, Bones, all’anagrafe Elmo O’Connor, è uno dei rapper più prolifici di questi tempi e lontano dai canoni del rapper moderno. Nato in California, poi trasferitosi in Michigan e poi di nuovo nel Golden State col collettivo Team Sesh col compagno Xavier Wulf. Se pensate ad un rapper, vi verrà in mente una persona ben precisa con o collane, o treccine colorate, o grillz, o pellicce, o Cortez, o Gucci, ecc., senza che una escluda l’altra… ma sto solo mettendo alcune cose tra le più comuni. Bones non è nessuna di quelle. Magrissimo, capelli lunghi, bianco cadaverico, maglia basic o camicione a quadri oversize, camminate quasi claudicanti e scattose. Non esattamente il modello del giorno, ma il king dell’underground. Precursore forse anche dell’ondata di emo rap che con Lil Peep ha trovato fortuna e inserito anche nell’insieme del cloud rap e del lo-fi, numerose collaborazioni con artisti quali A$AP Rocky e Riff Raff. L’orario indica le 19, forse eccessivamente presto per i miei canoni, ma decido di raggiungere i Magazzini Generali per non trovarmi impreparato. Conscio già di non poter chiacchierare con lui (“no interview, no photo”), alle 19.30 il posto comincia a popolarsi pian piano. Per ora saremo un centinaio di persone. Io i quindici anni li ho passati da un pezzo, e sono l’unico sulla trentina. Per fortuna arriva un papà sulla cinquantina ad accompagnare il figlio, il che mitiga il mio spleen. Devo dire sarebbe già un successo così, perché Bones pensavo di conoscerlo solo io e qualche mio amico. In sottofondo passano anche un pezzo che ha più anni della maggior parte dei partecipanti: ‘Break Stuff’ dei Limp Bizkit, ahah! Poi il resto è tutto trap e vari, e i ragazzini si fomentano ben bene. Sono le 20 e in un attimo sono circondato da circa trecento persone. Sparano un po’ di fumo dalle macchine per creare atmosfera ed ecco entrare in scena il DeadBoy. Folla in visibilio, mai vista una cosa del genere. Visual zero, solo uno schermo senza segnale con scrittona Magazzini Generali, il fratello e manager Elliot O’Connor in cabina di regia e voce di supporto, un fotografo a seguire tutto. Bones canta e si dimena sul palco, pescando tra la sua sconfinata discografia: ‘Oxygen’, ‘DeadBoy’, ‘TimTheToolmanTaylor’, ’281-330- 8004′ e avanti così, anche la sua parte su ‘Canal St.’ di A$AP. Si forma anche un circle pit e all’inizio della strofa esplode tutto per la gioia di Bones e dei partecipanti. Una, due, tre, quattro volte. C’è poco da fare, qua si divertono tutti. Elliot fa scegliere per acclamazione tra questo o quel pezzo, creando coinvolgimento massimo. Dopo un’ora e mezza, e Bones che più volte ringrazia il pubblico per l’energia che ci sta mettendo, dichiara che nemmeno lui se l’aspettava e che ritornerà col suo compagno Xavier Wulf molto presto. È quello che mi auguro.
(Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi)
Edo. G x Shabaam Sahdeeq x Fokis ft. Oh No & Planet Asia – ‘Wild Young Man’ (Video)
January 30, 2018 | Salad DaysEdo. G x Shabaam Sahdeeq x Fokis release the 4th video ‘Wild Young Man’ Ft. Oh No & Planet Asia, from their collaborative ‘Recognize Your Power’ – EP.
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Nomura ‘Inerte Affondare’
September 26, 2017 | Salad DaysNOMURA
‘Inerte Affondare’-EP
(Autoproduzione)
6.5/10
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CIRCA SURVIVE PREMIERE NEW SONG | MUSIC VIDEO ‘THE AMULET’
August 31, 2017 | Salad DaysNEW ALBUM OUT ON 22TH SEPTEMBER VIA HOPELESS RECORDS.
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Tigercub ‘Evolve Or Die’
August 17, 2017 | Salad DaysTIGERCUB
‘Evolve Or Die’-EP
(Alcopop!)
7/10
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Slayer @ Alcatraz, Milano – recap
June 14, 2017 | Salad DaysNon contenti di aver visto Araya e soci esattamente sette giorni prima nel gigante contesto del Primavera Festival di Barcellona, ritorniamo a vedere gli Slayer all’immancabile appuntamento italiano.
Lasciando indietro le solite polemiche da social sul fatto che non vadano più visti in questa formazione (d’altronde cosa facciamo, uno lo riesumiamo e l’altro lo portiamo indietro a calci in culo?), lo schieramento è ormai solido e rodato. Si divertono visibilmente, sicuramente presi meglio che nella data di Barcellona, con dei suoni fatti come si deve e uno show che, seppur tralasci tutto il fardello di croci rovesciate in movimento ed ambientazione varia che si erano portati appresso l’ultima volta nella stessa location, rimane diretto e senza fronzoli e lascia spazio ad una scaletta che va a rastrellare per la maggior parte dalla prima decade della loro storia, con grande maggioranza da ‘Seasons In The Abyss’, qualche chicca tipo ‘Chemical Warfare’ ed ovviamente portandosi dietro qualcosa del recente ‘Repentless’ come la ormai classica apertura con ‘Delusions Of Saviour’ messa in base per accompagnare l’entrata della band con l’omonima dell’ultimo disco. Di sicuro meno gente rispetto all’ultima volta che si son presentati all’Alcatraz di Milano, ma la cosa più bella è stata sicuramente il ricambio generazionale che si sta facendo notare, con intere famiglie con figli al seguito che tendono ad abbassare l’etа media, altrimenti irrimediabilmente alta, dei presenti.
(Txt Marco Mantegazza – Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)