Music
THE LEMONHEADS RETURN WITH HARD-HITTING NEW SINGLE, ‘IN THE MARGIN’
June 30, 2025 | Salad DaysThe Lemonheads have officially announced their first album of all-new original material in almost two decades, Love Chant, arriving via Fire Records on Friday, October 24.
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Pig Pen release debut album ‘Mental Madness’ on Flatspot Records
June 30, 2025 | Salad DaysThe plan was to start a band that was all longtime friends. The idea was to embrace the scene they grew up in. The result is Pig Pen and ‘Mental Madness’.
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Acid jazz & cosmic funk nel nuovo album ‘Good Company’ di Rodina
June 30, 2025 | Salad DaysIl nuovo album ‘Good Company’ di Rodina (la cantautrice Aiofe Hearty & il tastierista Joe Tatton) con acid jazz, soulful grooves & jazz-funk cosmico.
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TRAPPED UNDER ICE HEADLINES PRESHOW
June 29, 2025 | Salad DaysTrapped Under Ice ill play an exclusive show at the Revolution Calling 2025 preshow!
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Mamaleek reveals ‘The Pressman’ (Primus cover)
June 29, 2025 | Salad DaysThe track appears on ‘The Flenser Membership Series 7: Cadejos + Those Who Pass Between Fleeting Words’ out 7/18.
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ROAD TO BAYFEST: TEENAGE BOTTLEROCKET BAND UNVEILS ‘POST MORTEM DEPRESSION’
June 29, 2025 | Salad DaysANNOUNCE ‘READY TO ROLL’ LP, PIRATES PRESS RECORDS DEBUT ALBUM ON SEPTEMBER 12. PLAY TONIGHT IN ITALY WITH LAGWAGON AND PERSIANA JONES.
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THE CHEMICAL BROTHERS PER I 30 ANNI DI MAGAZZINI GENERALI 22.11.25
June 29, 2025 | Salad DaysA TRENT’ANNI DALLA NASCITA DELLO STORICO LOCALE MILANESE CELEBRA IL SUO ANNIVERSARIO CON UN EVENTO SPECIALE: THE CHEMICAL BROTHERS (DJ SET) SABATO 22 NOVEMBRE.
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Lili Refrain interview @ Palestra Lupo, Catania
June 28, 2025 | Salad DaysAssistere a un live di Lili Refrain è facile. Perché? L’iniziazione del rituale a cui ti chiede di prender parte è un richiamo tribale che sconvolge il corpo (la musica vibra, la voce ti scuote) e la mente (una sensazione di torpore/ipnosi) e gli occhi si incollano alla figura sciamanica che ti chiama a sé.
Abbiamo pensato bene di incontrarla per fare due chiacchiere, prima che tutto ciò accadesse, e approfondire così qualche nostra curiosità spingendo il discorso anche su imminenti novità:
SD: Ciao Lili e bentornata a Catania! Com’è essere qui dopo tanti anni?
LR: Ma grazie per l’accoglienza! Tornare in questa Terra è sempre molto emozionante per me. Ho vissuto dei momenti di vita straordinari proprio qui a Catania e già dal viaggio in traghetto, ammirare la Sicilia che si avvicina sempre più è stato qualcosa che fatico a descrivere a parole. Guidare su strade che hanno tutte un nome e una storia ben precisa, ammirare il paesaggio che cambia lentamente da Messina fino a lasciare lo spazio alla Montagna con tutta la sua magia e immenso potere lavico, essere accolta dai profumi dei paesi etnei…ha un impatto gigantesco su di me e non posso negarti che mi commuove di bellezza come poche terre riescono a fare. È splendido poter tornare qui dopo più di 10 anni!
SD: Il tuo legame con la Sicilia e con Catania, nello specifico, è qualcosa che hai definito speciale e profondo, come ha influenzato la nascita e lo sviluppo di quella che è oggi Lili Refrain?
LR: La visceralità di questa Terra e il privilegio di averci vissuto per un buon periodo hanno sicuramente cambiato molto la mia prospettiva e il mio punto di vista… sulla vita tutta ti direi! Ho imparato moltissimo da questo luogo! Mi ha nutrita come mai era stato fatto prima, mi ha insegnato in modo estremamente tangibile e concreto che viviamo ogni giorno su un essere vivente, immenso, straordinariamente generoso così come implacabilmente letale. Un essere con cui poter comunicare e al quale restituire riconoscenza e rispetto in qualità dell’unica cosa che siamo: momentanei ospiti. Penso sia naturale che ogni esperienza totalizzante di vita si riversi poi in ciò che facciamo e sicuramente questo tipo di connessione profonda ha influenzato molto il mio ascolto e di conseguenza anche il mio modo di fare musica. Mi ha protesa molto più verso le viscere che altrove. Devo, in ogni caso, a una straordinaria creatura, Francesco Viscuso — anima alla quale sarò legata in eterno — la conoscenza in lungo e largo di quest’Isola, nonché anche la mia prima loop station e il termine “scippatesta” che è diventato poi un tratto distintivo della mia musica e dell’effetto che produce con la sua moltitudine di loop!
SD: Negli ultimi anni hai avuto la meritatissima opportunità di calcare palchi enormi di festival quali Hellfest, Roadburn, Desertfest ecc… cosa ci racconti di queste esperienze?
LR: Passare progressivamente da luoghi minuscoli a palchi sempre più grandi è stato sicuramente molto formativo e, ovviamente, super emozionante! Più che il palco in sé, è suonare davanti ad una folla assurda a fare una differenza sostanziale. All’Hellfest c’erano 85mila persone: è stato come suonare davanti ad un’intera città e ovviamente il carico di responsabilità che ti senti addosso è notevole perché su un palco simile TUTTO è amplificato… non a mille… a FOLLA!!! Ogni gesto, ogni sguardo ma anche ogni errore. E come sai io sul palco sono totalmente da sola, e lì non puoi nasconderti dietro niente e nessuno. Onestamente se non mi fossi formata per anni ed anni tra spazi occupati e locali più o meno underground, non sarebbe stato lo stesso. Non è solo una questione di bravura o di preparazione tecnica, è proprio una questione umana. Davanti a una folla si percepisce chiaramente se sei genuino o stai facendo finta. Se stai assumendo una posa o sei, invece, totalmente a tuo agio nel comunicare. Insegna molto su come sei e su come vuoi che esca fuori la tua musica, perché mai come su palchi simili, prendi ancora più coscienza di essere un mero tramite, un ponte. Ed è questo quello che insegna il suonare… o almeno… questo è ciò che sto imparando da questa esperienza.
SD: Come vivi invece il tuo rapporto con l’underground italiano e non?
LR: Con eterna, immutata gratitudine e con il massimo sostegno che posso restituire ogni volta che posso. Soprattutto quello italiano è stato la mia scuola in tutto e per tutto. È dove si è accesa la miccia. Dai gruppi ascoltati che mi hanno cambiato l’esistenza, alla presa di coscienza di una determinata attitudine con cui mi sono sempre sentita molto più che allineata, al cosa significa unire le energie e condividere idee, azioni, spazi e notevoli sbattimenti per creare alternative felici a un sistema che — ahimè — di felice non ha mai avuto molto, e oggi meno che mai. Sono cambiate tante cose, è cambiato tutto il mondo, e mai come in questo osceno e sempre più malato periodo storico abbiamo un gran bisogno di riprenderci la nostra coesione, scambiando assieme energie, idee, azioni, e ricreando spazi a partire da zero. Grata anche per questo — e non solo — che mi abbiate invitata qui a suonare dopo tanti anni!
SD: Quest’anno ‘Mana’ ha compiuto 3 anni e lo abbiamo amato fino in fondo. Come procede il tuo processo creativo? Sei in fase scrittura di qualcosa di nuovo? Ci concedi un’anticipazione?
LR: Lieta che ‘Mana’ abbia ricevuto così tanta accoglienza e affetto, è stato il disco dove probabilmente ho osato più di altri, ribaltando completamente il mio modo di suonare e introducendo strumenti che non avevo mai suonato prima, oltre alla chitarra. Sicuramente mi sono complicata un pò di più la vita ma direi che ne è valsa assolutamente la pena e sto continuando a portarlo in giro assieme al suo successore ‘Live In London’ uscito nel 2024 che è la sua versione dal vivo registrata durante lo splendido tour di tre mesi fatto assieme agli Heilung ed Eivør. In questo periodo, sì, sto lavorando in studio a nuovo materiale e allo stesso tempo sto lavorando anche alla colonna sonora di un videogioco insieme a quelle creature sensazionali di Morbidware. Posso dirti che sono molto in fermento!
SD: Curiosità: c’è qualche strumento in particolare che ti piacerebbe introdurre in futuro nei tuoi set?
LR: Ce ne sono una valanga!!!!!! Ma devo prima imparare a suonarli!
Ad aprire la serata, prima dell’esibizione di Lili Refrain, due band, una di Catania e l’altra di Palermo apparentemente lontane nel sound ma vicine nella straziante proposta. Gli Asimov992 hanno disegnato un viscerale set basato su fluide immersioni nel post rock (strumentale) con derive Mogwaiane fino a lambire abbagli Pink Floydiani. Ottima prova con un pubblico sempre molto attento. Mentre i Grymalkin, dal loro canto, hanno imbastito il loro set con un post rock con un punto di vista opposto, più ruggente e lacerato da folate screamo. Una musica, per certi versi, lontana nel tempo ma che trova forza nel riprendersi spazio tra gli animi più fluidi e nostalgici.
Asimov 992
Grymalkin
(Txt Federica Sapuppo; Pics Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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