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Salad Days Magazine | November 3, 2024

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HARD-ONS ‘I LIKE YOU A LOT GETTING OLDER’

HARD-ONS ‘I LIKE YOU A LOT GETTING OLDER’
Salad Days

Review Overview

9
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Rating

HARD-ONS
‘I Like You A Lot Getting Older’- LP/CD/K7
(Cheersquad)
9/10


E sono già quaranta per il trio/quartetto Australiano degli Hard-Ons che ora torna con il quindicesimo album! Addirittura il decimo post 2000 e il terzo con il nuovo cantante Tim Rogers (ex You And I). Per chi non li conoscesse (sic!) stiamo parlando di una vera e propria leggenda del “down under”! Per alcuni gli inventori del pop punk, per altri coraggiosi e liberi “sperimentatori” capaci di unire grandi melodie a un sound in bilico tra noise punk e thrash metal… ma forse la definizione migliore la diede Ray Ahn (storico bassista e illustratore di molte copertine della band) quando per descrivere la loro musica parlò di “death pop”. E quindi dopo questa mitragliata di numeri e questo spiegone com’è il nuovo disco? Una bomba! Sì perché i nostri, in 12 pezzi e 36 minuti, riescono a frullare alla perfezione i molti elementi caratteristici del loro sound e a suonare vari e freschi! Ma sopratutto riescono ancora a scrivere ottime canzoni! Si parte infatti a cannone con il pop-punk di ‘I Like You A Lot’ e siamo subito contenti di ritrovare quei ritornelli infantili e appiccicosi che tanto li caratterizzano accompagnati però da un sound gigante e aggressivo. Qualcuno dice Dinosaur Jr. + Ramones? Non siamo troppo lontani… si continua con l’appena più cattiva ed obliqua ‘Buzz Buzz Buzz’ per poi sfociare nella tempesta sonora leggermente bagnata di melodia di ‘These Days Are Long’, dove Blackie (storico chitarrista e talvolta cantante) gioca con gusto a fare il Jimmy Page di ‘Whola Lotta Love’! Con il quarto e il quinto pezzo ‘Happy Accidents’ e ‘Because You Are Mine’ torniamo verso gli amati lidi punk rock. La prima ci stende con un’altra melodia irresistibile e a presa rapida mentre la seconda rallenta i bpm e ci accarezza con una malinconica filastrocca. Ma i nostri non ci mettono molto a spiazzarci e con ‘Finders Fee’ si va verso un rock pesante e tribale che sa tanto di aborigeni e deserto Aussie! Anche la seconda facciata non è da meno! E tra la beachboysiana ‘Gettin Older’ e la chiusura ipnotica ed epica di ‘Pushover’ riescono a piazzare un altro paio di gemme come la divertente ‘Ride To The Station’ e la notevole e grungy ‘The News That Fits’. Insomma il disco fila via che è un piacere (menzione speciale per la chitarra di Blackie qui davvero protagonista!) e se oggi dovessi consigliare a un neofita un album degli Hard-Ons non avrei dubbio alcuno nel nominargli questo.
(Massilanciasassi)

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