Oblivians ‘Desperation’
Review Overview
8
8OBLIVIANS
‘Desperation’-CD/LP
(In The Red)
8/10
Loro, i padroni incontrastati del punk blues. Loro, il simbolo, i prime movers, gli eccitanti iniziatori, sul finire degli anni ’80, di quel Lo Fi destinato poi a generare mostri sacri: da Jon Spencer ai Boss Hog, dai Revelators ai 20 Miles. Loro prima di tutti. Loro ancora in pista. E così, mentre tanti li stavano dimenticando, che gli Oblivians hanno bussato alla porta e, dato che nessuno ha risposto, l’hanno sfondata a calci per l’ennesima volta. Presentandosi con una versione deragliante, potentissima, la lacerazione del concetto honky tonk rock, di ‘Vietnam War Song Blues’. E giusto per ricordarci che solo loro possono trattare il rock and roll sporcandolo, marcendolo, molestandolo, a partire dal fifties rock (e dal blues, ovviamente, degli anni ’30) estraggono dal cilindro ‘Christine’ che è la risposta, sessant’anni dopo, alla ‘Lucille’ di Little Richard. Pare incredibile, ma con tre canzoni gli Oblivians dimostrano di essere ancora la squadra da battere, se si parla di punk blues lo fi. Provate a macinare quel detrito di Beach Boys che è Pinball King, ovvero Bill Haley sotto effetto MDMA. Solo ora ci ricordiamo di quanto ci mancassero. Ma ci mancavano eccome.
(Mario Ruggeri)
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