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Salad Days Magazine | November 1, 2024

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WASTED PIDO ‘WASTED PIDO GHOST REVENGE’

WASTED PIDO ‘WASTED PIDO GHOST REVENGE’
Salad Days

Review Overview

7
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Rating

WASTED PIDO
‘Wasted Pido Ghost Revenge’-LP/CD
(Macina Dischi/Rotten Babuino/Burning Sound Records/Road Sweet Road/Dead Music)
7/10


Per chi bazzica nella scena underground nostrana il nome di Pido non suona sicuramente nuovo vista la sua militanza in gruppi come L’Amico Di Martucci e più recentemente Destroy All Gondolas, senza dimenticare The Hormonas, John Woo e The Barsexuals. Quello che forse molti ignorano è il fatto che Pido vanta anche una carriera solista quindicennale come Wasted Pido. Una percorso contraddistinto da oscure uscite disseminate tra singoli e compilation varie che ha avuto il suo culmine con l’uscita del suo primo album ‘Wasted Pido Ghost Revenge’. Il risultato sono 12 pezzi di rock’n’roll sgangherato e squisitamente lo-fi che strizza l’occhio sia ad un country spettrale che al blues più sanguigno, senza disdegnare qualche sfuriata punk che non guasta mai. E’ una one man band a tutti gli effetti, Pido suona tutto dalle chitarre alle slide guitar, dall’armonica alla batteria e ovviamente la voce, creando un disco onesto e molto fedele alla tradizione dei generi che incorpora. Ammetto di non essere pratico del genere quindi le coordinate che posso dare sono perlopiù quelle classiche, una sorta di fusione tra il death country di The Gun Club con i deliri di Bob Log III. Mi sarebbe piaciuto poter tirar fuori qualcosa di più oscuro e pertinente ma posso tranquillamente dire che questo disco avrebbe trovato molti consensi sulla rivista Bassa Fedeltà (chi se la ricorda?). Un disco che non inventa niente ma anzi da nuova linfa ad un genere spesso bistrattato dai più (probabilmente c’è tutto un underground di cui non sono a conoscenza, quindi accetto volentieri critiche ed eventuali bastonate dai cultori del genere) e nei 25 minuti della sua durata regala piccole perle di lo-fi sudato, sporco e con quell’attitudine I don’t give a fuck. Se non è rock’n’ roll questo…
(Michael Simeon)

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