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Salad Days Magazine | June 18, 2025

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GUACAMAYA ‘COME BUSSOLE SENZA ROTTA’

GUACAMAYA ‘COME BUSSOLE SENZA ROTTA’
Salad Days

Review Overview

8
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Rating

GUACAMAYA
‘Come Bussole Senza Rotta’-LP
(Out of Control Produzioni)
8/10


‘Come Bussole Senza Rotta’ non è solo un disco, è un ritratto sincero di chi lo ha scritto, suonato, vissuto. I Guacamaya tornano con un lavoro che, più che inseguire una direzione musicale alla moda, afferma ancora una volta la loro coerenza, quella che ha guidato ogni passo fin dall’inizio del loro percorso. Sono passati più di vent’anni, eppure la fiamma che ha acceso la miccia non si è mai spenta. Certo, il tempo ha smussato certi angoli, ha ampliato la visione, ma non ha intaccato l’integrità di una band che ha sempre saputo chi è e dove vuole andare. In un mondo musicale sempre più dominato da tendenze volatili e suoni fotocopia, i Guacamaya restano una voce fuori dal coro. Forse poco “trendy”, ma autentici fino in fondo, e questo, nel panorama attuale, è un atto di resistenza culturale e personale. È una scelta che si sente in ogni nota, in ogni parola, in ogni silenzio del disco. Il suono di ‘Come Bussole Senza Rotta’ si allarga rispetto al passato: abbraccia venature folk, cantautorali, melodie che arrivano da lontano, forse dalla West Coast immaginata più che vissuta, ma lo fa senza perdere l’energia viscerale del punk e l’urgenza dell’hardcore. I brani scorrono con una naturalezza che lascia spazio alla riflessione, senza però spegnere mai quella fiamma che ti spinge a battere il piede, a stringere i denti, a sentirti parte di qualcosa. Le collaborazioni sono una parte fondamentale di questo disco, ma non sono mai accessorie. Sono come incontri sul cammino: arricchiscono, accendono nuovi fuochi. Daniele Coccia (Il Muro Del Canto) presta la sua voce in ‘L’Aquilone #2′ e la trasforma in un monologo interiore, un racconto che si insinua piano nella mente e nel cuore. Marino Severini dei Gang in ‘Avviso Ai Naviganti’ aggiunge spessore e memoria a un brano che diventa subito manifesto, ma senza retorica. E poi Path, che in ‘Via Umbria’ spalanca la voce e la rende carne viva sopra un tappeto sonoro che vibra di tensione emotiva. O ancora DJ Myke, che con gli scratch in ‘Atarassofobia’ spiazza e rilancia, rompendo la prevedibilità e portando aria fresca. Un altro elemento che colpisce è la scrittura. I testi dei Guacamaya oscillano tra ricercatezza e immediatezza, un equilibrio difficile da mantenere che spesso passa inosservato, soprattutto a chi si ferma alla superficie. Ma chi ha voglia di scavare troverà frasi che sanno farsi coltellate o carezze, che sanno raccontare senza urlare, e urlare quando serve. C’è uno spessore lirico che non si impone, ma si scopre, ascolto dopo ascolto. È vero, i riferimenti al “combat rock”, alle lotte e alla militanza, possono sembrare in certi momenti un po’ datati, legati a un’altra epoca. Ma è proprio qui che i Guacamaya scelgono di restare fedeli a se stessi: prendere o lasciare. E se questo è il prezzo da pagare per mantenere la propria identità intatta, allora è una spesa che ha tutto il senso del mondo. Perché l’integrità, oggi più che mai, è un bene raro. Dal punto di vista della produzione, il lavoro fatto al Musik Factory e il mix/mastering di Antonio Nevone al Duff Rec Studio restituiscono un suono bilanciato, curato senza perdere grana, con la giusta via di mezzo tra pulizia e ruvidità. Forse si poteva giocare un po’ di più con le pause e i respiri tra un brano e l’altro, ma anche questo flusso continuo, quasi come una lunga marcia collettiva, è coerente con il messaggio e l’energia del disco. In definitiva, ‘Come Bussole Senza Rotta’ è un disco che ha un cuore grande, che parla senza filtri, che racconta il presente con la voce di chi ha camminato per anni senza perdere la direzione. Un disco che non cerca il consenso facile, ma che trova la sua forza nella sincerità. E se il mondo là fuori è sempre più fatto di rumore, i Guacamaya scelgono di essere suono. Uno che vale la pena ascoltare.
(Simone Bellini)

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