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Salad Days Magazine | April 26, 2024

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Darkest Hour interview

DARKEST HOUR INTERVIEW
La band più nordica che la scena statunitense abbia mai avuto è riuscita a coronare il sogno di una vita, fare della musica la propria vita senza mai scendere a compromessi. A parlarcene in questa veloce chiacchierata è il chitarrista Mike Schleibaum.

SD: Come sta andando questo tour europeo in compagnia di Machine Head, Devildriver e Bring Me The Horizon?
DH: Alla grande! Stiamo suonando in club molto grossi ed essere sullo stesso palco dei Machine Head credo sia il sogno di ogni musicista.

SD: Quanto vi aiuta a livello di immagine far parte di un tour simile?
DH: Più che a livello di immagine ti aiuta a livello di curriculum. Nel senso che questa è un’esperienza che rafforza il nostro nome in vista di un futuro ritorno in Europa in veste di headliner. L’immagine non subisce alcuna variazione, la maggior parte dei nostri fan non spende 40 euro per vederci suonare venti minuti e ai fan dei Machine Head credo non interessiamo più di tanto pur godendo della loro stima.

SD: Insomma una visione poco romantica di un tour sognato da molti…
DH: No, affatto. Siamo felicissimi di essere qui, ma per forza di cose siamo costretti a guardare oltre senza soffermarci più di tanto sul fatto di essere fighi per via di un tour coi Machine Head. Se vuoi vivere di musica e sei una band come la nostra avere occupato un periodo così lungo è controproducente. Non ci permette di essere on the road con un tour nostro e nemmeno di metterci a scrivere nuovi brani.

SD: Vivere di musica è possibile per una band come la vostra?
DH: Sì, ma rispetto a tanti altri colleghi dobbiamo faticare il doppio. Suoniamo in ogni parte del mondo senza fermarci mai e quando lo facciamo è solo perché stiamo scrivendo un nuovo disco. Amo suonare e amo fare questo tipo di musica. Altro non saprei fare.

SD: Personalmente mi ritengo un vostro vecchio fan, ma non ti nego che dopo ‘Hidden Hands Of A Sadist Nation’ ho smesso di ascoltarvi…
DH: Hai fatto male! A parte gli scherzi, credo anche io che quel disco sia il punto massimo dei Darkest Hour, ma sono conscio del fatto che non potevamo continuare a scrivere lo stesso disco per anni. E’ giusto cambiare, andare incontro alle proprie esigenze da musicista ed è quello che abbiamo fatto. Sarai però d’accordo con me nel dire che dal vivo siamo sempre gli stessi?

SD: …Beh la indole distruttiva non l’avete persa di certo. Quali concerti in Italia ricordi con maggior piacere?
DH: Quello del tour promozionale di ‘Hidden Hands…’ al Leonkavallo di Milano. In quell’occasione si creò una situazione assurda, una sala piccolissima gremita all’inverosimile e una cappa di fumo e sudore che rendeva ancor più ostico il tutto. Fu un concerto memorabile.

SD: Quando vi vedremo nuovamente dalle nostre parti?
DH: Nel 2012, ma non chiedermi quando. Stiamo cercando di mettere in piedi un tour da headliner… Chiss

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