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Salad Days Magazine | May 5, 2024

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AFI ‘BODIES’

AFI ‘BODIES’
Salad Days

Review Overview

7
7
7

Rating

AFI
‘Bodies’-CD
(Rise)
7/10


Gli AFI sono probabilmente uno dei gruppi che ha creato più controversie all’interno della propria fanbase, rischiando anche di far vacillare lo zoccolo duro per i continui cambi di sound che avvengono uscita dopo uscita. Perchè gli AFI non sono più gli sbarbatelli delle “guerre di cereali”, ma neanche quelli dei “giorni della fenice” e nemmeno quelli che “cantano la tristezza”. Semplicemente perchè hanno raggiunto quel livello dove possono tranquillamente dire di non dover più dimostrare niente a nessuno e fare ciò che vogliono. Non sono più il gruppo che fa il discone ma nemmeno quel gruppo da lavori mediocri come spesso dipinto dalla gente perchè, a parte il passo falso di ‘Crash Love’, sono sempre riusciti a fare uscire cose molto valide come gran parte di ‘Burials’ e parte dell’ omonimo di qualche anno fa. ‘Bodies’ è l’undicesimo album della discografia degli AFI (credeteci o no quest’anno fanno 30 anni di carriera) e il primo per Rise Records che si sta specializzando nel ripescaggio di mostri sacri della scena. Il gruppo non è mai stato facile da catalogare in un unico genere, ed è una peculiarità che continuano a portarsi dietro anche con questo nuovo lavoro che per convenienza potrebbe essere un alternative rock tendente all’indie, ma allo stesso tempo ha forti influenze post punk e synthwave che regalano diversità ai vari pezzi che compongono il disco. I singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album, ovvero ‘Twisted Tongues/Escape From Los Angeles’, ‘Looking Tragic/Begging For Trouble’, ‘Dulceria/Far Too Near’ e ‘Tied To A Tree’ sono le istantanee più riuscite di un album che seppur presentando qualche filler supera abbondantemente la sufficenza e ci regala un gruppo in forma che, seppur appagato, cerca sempre di evolvere il proprio suono. Questi sono gli AFI nel 2021, prendere o lasciare. E se li rivolete come una volta, qualsiasi sia l’epoca che preferite, ci saranno sempre i dischi vecchi da ascoltare.
(Michael Simeon)

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