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Salad Days Magazine | May 10, 2024

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BUGGIN ‘CONCRETE COWBOYS’

BUGGIN ‘CONCRETE COWBOYS’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

BUGGIN
‘Concrete Cowboys’-LP
(Flatspot)
8/10


‘Concrete Cowboys’ dei Buggin inizia con la strumentale ‘Bug Slam’. E potrei intitolare questa rece: “l’importanza dell’intro”. I concerti dei Buggin cominciano con la strumentale ‘Bug Slam’. E potrei intitolare questa rece: “l’importanza di cominciare il concerto con un pezzo proprio, un brano di riscaldamento”. Sento ‘Bug Slam’, e mi vengono in mente due momenti topici della mia carriera da fruitore di grande musica. Slayer, tour di ‘Decade Of Aggression’, direi. Palatrussardi, circa 1992. Iniziavano con ‘Hell Awaits’. Se non la conoscete. Sono 5/6 minuti di delirio, con i primi 2/3 che fanno da intro, da “riscaldamento”. Andamento marziale, luci da dietro total blu che nello svolgimento del pezzo diventavano total red poi viceversa, rosse e blu si vedevano solo le loro sagome, NERE. Le sagome NERE degli Slayer. 2/3 minuti di riff che muovevano quelle ottomila persone come se fosse il magma (i primi 2/3 minuti di ‘Hell Awaits’ non sono particolarmente veloci, i primi 2/3 minuti di ‘Hell Awaits’ sono PIOMBO FUSO). Cambio di tempo… break… e partiva questa incredibile accelerazione di Hanneman (mi piace pensare che fosse sua), che sfociava nel vero e proprio corpo della canzone. Da quel momento una tipica scheggia Slayer. E dopo? Un’ora e mezza di P-U-T-I-F-E-R-I-O. Ho sempre pensato che gli Slayer fossero la miglior live band del mondo. E ho sempre pensato che ‘Hell Awaits’, piazzata lì all’inizio, fosse IL pezzo perfetto: programmatico tipo “noi siamo questo, FINE”. Public Enemy. Tour europeo da co-headliners con gli Anthrax. Immaginate un’audience, quella italiana, non certo “brillante” da riconoscere l’importanza di quella data, di quel combo. Agli occhi della maggioranza di quel pubblico i Public Enemy erano un gruppo di fottuti rapper, per di più neri. Gli Anthrax? Cazzo quelli sono un’altra cosa: dei duri, dei fighi ed aggiungete tutti i luoghi comuni tipici di un qualsiasi “Gianni il Metallaro”. Come inizia ‘It Takes A Nation Of Millions To Hold Us Back’? E come iniziavano i Public Enemy i loro concerti? ‘Show’em Whatcha Got’. Entrava la Security of First World, entrava Professor Griff, andamento marziale, sirene, Terminator X che eruttava dai suoi piatti i celeberrimi campioni – Public Enemy Number 1 – a ripetizione, quasi a sfinimento, 2 o 3 minuti di delirio programmatico, chaos, cambio di tempo, entrano Flav e Chuck D, P-U-T-I-F-E-R-I-O. Ho sempre pensato che i Public Enemy fossero il miglior live act nel rap. E ho sempre pensato che ‘Show’em Whatcha Got’, piazzata lì all’inizio, fosse IL pezzo perfetto: programmatico, tipo “noi siamo questo, FINE”. ‘Concrete Cowboys’ dei Buggin inizia con la strumentale ‘Bug Slam’. E potrei intitolare questa rece: “l’importanza dell’intro”. I concerti dei Buggin cominciano con la strumentale ‘Bug Slam’. E potrei intitolare questa rece: “l’importanza di cominciare il concerto con un pezzo proprio, un brano di riscaldamento”. Non vedo l’ora di vederemeli dal vivo. E sono sicuro che alla prossima recensione del genere, aggiungerò Buggin a Slayer e Public Enemy nella lista dei miei momenti live: “WOW”.
P.S.
Per la cronaca, la cosa “vecchia” che musicalmente trovo più vicina ai Buggin ha un nome: Madball. Dei Madball più veloci, più moderni (o come dico io… dei Madball fluidi, e senza troppa memoria). Dei Madball con voce, nera, femminile.
(franz1972)

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Photo Credit: Farrah Skeiky

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