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Salad Days Magazine | May 2, 2024

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DOROTHY ‘GIFTS FROM THE HOLY GHOST’

DOROTHY ‘GIFTS FROM THE HOLY GHOST’
Salad Days

Review Overview

6.5
6.5
6.5

Rating

DOROTHY
‘Gifts From The Holy Ghost’-CD
(Spinefarm)
6.5/10


Dietro ai pesi massimi della sonorità alternative e hard rock, definizione talmente ampia che non vuol dire nulla ma per dare dei riferimenti possiamo citare Shinedown, Skillet, Halestorm e compagnia varia, ritroviamo un folto sottobosco di band agguerrite e dal discreto seguito (soprattutto negli States). I Dorothy rientrano proprio in questa categoria, perché se è vero che la band capitanata dall’omonima cantante (Martin di cognome) è arrivata al traguardo del terzo album, non si può certo dire che, almeno dalle nostre parti, sia tra i nomi più caldi in circolazione. Certo, non ci troviamo di fronte ad un disco che sprizza originalità da tutti i pori, però ‘Gifts From The Holy Ghost’ entra di prepotenza in quel pertugio che vede i Pretty Reckless o proprio gli Halestorm spopolare: ‘Touched By Fire’ e la titletrack sono pezzi belli quadrati, solidi, energici e trainati da una bella performance di Dorothy al microfono, sempre pronta a trovare lo spunto melodico (vedi ‘Close To Me Always’) ma con una bella grinta. Forse il brano migliore del lotto risponde al nome di ‘Black Sheep’, dove l’hard rock si vena di melodie alternative e il buon mixaggio di Chris Lord-Alge (Green Day tra gli altri) svolge al meglio il proprio lavoro. Disco piacevole anche se non fondamentale, dalla genesi particolare (Dorothy asserisce di aver assistito alla morte per overdose del guitar tech, poi improvvisamente “resuscitato”, da qui il titolo dell’album), e che riesce nel suo intento.
(Davide Perletti)

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