Graveyard ‘Peace’
Review Overview
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6GRAVEYARD
‘Peace’-CD
(Nuclear Blast)
6/10
I Graveyard, da sempre a cavallo tra l’hard rock ed il blues revival, tornano dopo tre anni di pseudo drammi, con il nuovo album ‘Peace’, firmando nuovamente per Nuclear Blast, che fa degli svedesi un’icona, non solo per il talento, ma per quello che rappresentano: una tendenza musicale che, negli anni, si insinua sempre più in profondità tra le radici di un hard-rock che smette di reclamare il passato e diventa parte integrante del presente. Sono trascorsi più di dieci anni da quando i Graveyard si fecero largo in un contesto musicale pronto ad accogliere il retro rock con uno stato d’animo colmo di malinconico rimpianto verso un’epoca trascorsa, di cui però sembrava impossibile liberarsi. Ora quello stato d’animo si trasforma in qualcosa che allontana la nostalgia e crea un fenomeno cristallizzato nel qui ed ora. L’opener del disco ’It Ain’t Over Yet’, apre ad uno spettacolo già visto. La voce di Joakim Nilsson è stridente e calda e le chitarre blues sono accompagnate da ritmiche incalzanti. L’album continua ad avere lo stesso tono, lo stesso approccio, le stesse metriche, la stessa struttura compositiva di sempre. ‘Peace’, come ogni disco del quartetto svedese, riesce ad ipnotizzare con dei brani fin troppo perfetti. C’è sempre stato un momento però, in tutta la discografia dei Graveyard, dove la tecnica ed il talento di chi riesce a comporre dei pezzi che non smettono di riecheggiare nella testa, lasciano spazio ad un sound più sincero: ‘See The Day’ è la prima ballad del disco ed improvvisamente la sensazione di una musica già sentita si dissolve, il tempo si dilata e la chitarra intona un blues strappalacrime. Ed è qui dove tutta la pesante patina di una band che sembra non sbagliare mai, scivola via. In definitiva i Graveyard, ancora una volta, danno vita un album perfetto sotto ogni punto di vista. È esattamente questo a rendere ‘Peace’ un disco che si confonde tra gli altri, senza dare o togliere nulla a quella che è la storia di questa band.
(Valentina Vagnoni)
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