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Salad Days Magazine | May 3, 2024

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MALGRADO ‘S/T’

MALGRADO ‘S/T’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

MALGRADO
‘Malgrado’-DIGITAL
(Self-Released)
8/10


Scomodo la mitica ‘In Your Eyes Zine’, come incipit tipo “poker sul tavolo” riguardo ai Malgrado di Milano. Parlando dei loro “cugini” Odessa e di ‘Costi/Benefici’, l’ottimo Tommaso Salvini scriveva: “Di dischi come questo ne sentivo il bisogno come d’acqua nel deserto, il Post Hard-core italiano, dopo aver scavato un solco che lo univa idealmente al  punk  hardcore degli’80, pareva essersi perso per sempre, acquisito all’interno di un meccanismo di addomesticamento, limatura dei tratti più aspri e integrazione in un famigerato indie rock italiano che, già da solo, spiegava poco se non niente”. Ho sempre sostenuto che la fossa alla “generazione Disconnection”, nel bene e nel male, l’abbia scavata l’ondata emo/intelletuale di metà/fine anni novanta. Negli States sono arrivati Sense Field e compagnia (e lo ripeto: nel bene e nel male). Da noi, con il solito ritardo da provincia, sono arrivati i Fine Before You Came e compagnia (e lo ripeto: nel bene e nel male). Fast Forward. Sempre a proposito di Odessa, un’altra prestigiosa webzine come Impatto Sonoro, nella figura di Andrea Vecchio, sostiene quanto segue: “in un panorama italiano ormai incline, nella maggior parte dei progetti, al suono del metallo più disparato, a suonare punk rock è rimasta unicamente la vecchia guardia, cambiando ulteriormente formazioni e campi da gioco casalinghi”. Come direbbe qualcuno… sono pienamente d’accordo a metà.

Milano. 2022. Ojne, Lucta, Scemo, Tenia, Narkan (minorenni), Leach… nessuno di questi (mi sembra) è della vecchia guardia. T28. Boccaccio. Quando passo per le matinée mi sembra di essere lo sbirro infiltrato, cazzo. Per fortuna (d’altra parte ho detto “a metà”), a Milano, qualcuno che sta facendo da ponte tra le varie generazioni hc c’è. C’è la nostra “Radio Londra”, i.e. Radio Fango FM. Ci sono, e ne abbiamo parlato e riparlato, gli Zheros, gli Incudine, i Sempre Peggio, i Golpe, e non ci facciamo mancare neanche un gruppo “headliner”: i Discomostro. Gli Odessa, i Baratro ed ora i Malgrado. Stesso “giro”. Stesse amicizie. Stessa “parrocchia”: Cox18. Malgrado. La chitarra è la stessa dei Baratro e dei Council Of Rats (da cui viene pure la batteria). Il basso è quello dei La Crisi (a proposito di “ponti”). La produzione è quella di Dave Curran (Baratro, e per chi vive in un altro pianeta… membro storico degli UNSANE: uno dei pochi cervelli che abbiamo attratto, non certo per motivi lavorativi). Dimenticavo. Dave Curran ha lavorato anche sui Gezora, altro gruppo post. Post hardcore? Post screamo? Se gli Odessa sono indubbiamente più “post” (mi vien da dire i Concrete, oggi), i Baratro sono indubbiamente più hardcore. Mi vien da dire i La Crisi, oggi. Anzi. Mi vien da dire i La Crisi, oggi, con Dave Curran dietro al banco. E con tutto il bene che vogliamo a Kurt Ballou, io sono per il sound di NYC. Io sono per quel BASSO. Peter Steele. Dave Curran. Martin dei Sempre Peggio. Lele dei La Crisi, ora dei Malgrado. Parlo di un’attitudine. Parlo di qualcosa di “sporco e grasso”. Qualcosa di FAT. Nel senso di FIGO. Be’, in quel basso c’è tutta la mia città.
(franz1972)

“per tutta la vita uno pensa di essere nell’introduzione della storia
quella in cui si mettono le basi, per dopo
quella in cui all’eroe succedono le disgrazie, in attesa del lieto fine
quella in cui si fanno i sacrifici, per dopo
finché ad un certo punto sei arrivato alla fine
e non ti eri nemmeno accorto che era cominciata”

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