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Salad Days Magazine | July 27, 2024

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Mamaleek ‘Out Of Time’

Mamaleek ‘Out Of Time’
Salad Days

Review Overview

9
9
9

Rating

MAMALEEK
‘Out Of Time’-CD
(The Flenser)
9/10


In un contesto di saturazione musicale, dove l’autoreferenzialità non lascia spazio a campi vuoti e il revival sembra l’unica via possibile da percorrere, ecco che tornano i Mamaleek, con il loro quinto album studio. Il duo più controverso della Bay Area dal 2008, con la loro prima uscita ‘Fever Dream’ al 2015 con ‘Via Dolorosa’, non hanno fatto altro che confermare quanto i confini di uno dei generi più ghettizzati e ghettizzanti al mondo, il black metal, abbia in realtà la possibilità di espandersi verso sonorità che hanno come fondamento la sperimentazione. Non esistono copioni da seguire o canoni da rispettare. Un suono black metal che diventa avant-gard. Certo è faticoso definire il loro ultimo album, ‘Out Of Time’, un disco black metal, eppure è proprio da dove la band comincia e finisce, nonostante per molti sarà praticamente impossibile comprendere perché vengano etichettati come black metal, heavy metal o affini. La contaminazione è il principio primo dei Mamaleek, che ispirandosi alle colonne portanti come Weakling o Leviathan, introducono all’interno del loro suono ispirazioni che vanno dal jazz alla dark ambient, dallo sci-fi all’hip-hop. Sicuramente questo è uno dei loro progetti più ambiziosi: registrato da Jack Shirley all’Atomic Garden studio (Deafheaven, Bosse-de-Nage, Botanist, etc.), questo disco rappresenta un punto fermo all’interno non solo della carriera dei Mamaleek ma dell’intera scena black metal, che spesso e volentieri finisce per diventare la maschera di se stessa. L’ascoltatore è messo ancora una volta alla prova davanti alla frammentazione degli schemi perché questi due musicisti sembrano provenire da una dimensione sovrannaturale ma allo stesso tempo incatenata al terreno, che viene distrutto e ricostruito ad ogni brano. Raccontare un album del genere è un’impresa lunga e soprattutto inutile, perché non servirebbe a descrivere in maniera completa la sincopata ma mai confusa stratificazione del suono del duo di San Francisco. È necessario ascoltare per capire la loro grandezza.
(Valentina Vagnoni)

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