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Salad Days Magazine | May 2, 2024

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ODESSA ‘COSTI/BENEFICI’

ODESSA ‘COSTI/BENEFICI’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

ODESSA
‘Costi/Benefici’-K7
(Sangue Dischi/Shove Records/To Lose La Track)
8/10


Mi sto avvicinando (mancano questo e il nuovo Gezora), alla conclusione della mia personale mission: recensire tutto il ben di dio riconducibile, direttamente o indirettamente, al Dave Curran “milanese”. Su queste pagine avete già letto di Baratro, di Malgrado… oggi tocca agli Odessa. Sapete che a me piace molto il parallelo NYC/Milano (gli scettici bolognesi stiano tranquilli: almeno a livello di “gentrification”, e nessuno può negarlo, il parallelo purtroppo regge): potremmo quasi pensare ad un collettivo tipo Wu Tang, con Dave Curran a fare da RZA ed i vari Luca/Lele/Marco/Federico a riempire le caselle a seconda della proposta, della botta. Qui il Clan si allarga, e ospita dei “nemici” (tutto metaforico, cazzo), in questo caso parlo di Concrete o The Infarto Sheisse! Baratro? Noise Core. Unsane. Malgrado? Hard Core. La Crisi. Odessa? E qui la dico grossa, più che post core, direi quasi alternative. C.S.I. Mi conforta l’intervento di Luca, alla batteria, che risponde così a Impatto Sonoro riguardo alle loro influenze: “se dovessi trovare delle coordinate, sinceramente avverto gli Odessa più vicini ai classici Dischord o Touch & Go. Noi rimaniamo comunque molto italiani, come dice Stanis”. ‘Semel Abbass, Semper Abbas’: sentitevela, e ditemi se non vi trovate catapultati a ‘Tabula Rasa Elettrificata’, ai C.S.I. NEL BENE. E mi riferisco in particolare a quel incedere ipnotico, a quella chimica esplosiva data dalle chitarre “che vanno in alto” di Zamboni / Canali, chitarre mischiate alla cantilena di Ferretti… BOMBA. Mi conforta l’intervento di Lele, al basso, che risponde così alla stessa suggestione di cui sopra: “se dovessi provare a descrivere quello che facciamo, più che riferirsi alle band da te suggerite (si parlava di No Idea e Slap a Ham), parlerei di una interpretazione attuale (si spera) del post hc anni ‘90, con qualche spolverata di new wave qui e là”. ‘Neon Circle’, sentitevela, e ditemi se non vi trovate catapultati a ‘Socialismo Tascabile’, agli Offlaga. NEL BENE. E mi riferisco in particolare a quel incedere ipnotico, a quella chimica esplosiva data dal “wall of sound” di Carretti/Fontanelli, muro di suono mischiato allo spoken word di Collini… BOMBA. Da avere. Alla faccia dei fighetti che “la cassetta non si sente”. Da avere in cassetta.
(franz1972)

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