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Salad Days Magazine | April 29, 2024

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Sheer Terror ‘Standing Up For Falling Down’

Sheer Terror ‘Standing Up For Falling Down’
Salad Days

Review Overview

6
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Rating

SHEER TERROR
‘Standing Up For Falling Down’-LP
(Reaper Records)
6/10


Lo confesso senza vergogna: per me gli Sheer Terror sono quelli di ‘Just Can’t Hate Enough’ del 1989. Gli album che sono venuti fuori dopo li ho snobbati totalmente, visto che i pochi pezzi che ho ascoltato non avevano ne il tiro ne la brutalità spezza ossa di quel capolavoro. Aggiungete poi che si sono messi a filtrare con il punk rock, i fiati e amenità simili e capirete come il mio disinteresse sia stato totale. Nel 2014, sotto l’egida di Reaper Records, i nostri newyorkesi tornano alla carica con una line up totalmente stravolta (il leader e cantante Paul Bearer è l’unico membro originale rimasto) ed un disco nuovo di zecca, il primo dal 1995. Sì perchè il gruppo è stato messo in naftalina dal 1998, ricostituito solo per i concerti di addio del 2004 e per il This Is Hardcore Festival del 2010. Evidentemente hanno ritenuto che i tempi fossero maturi per un comeback. Comeback del quale, almeno io, avrei fatto volentieri a meno. Gli Sheer Terror del nuovo millennio sono piuttosto fiacchi e monocorde, giocano con l’hardcore, il punk rock e il sax senza sapere realmente dove andare a parare. I pezzi sono privi di mordente, con riff monocordi. Il vocione di Bearer è sempre potente e incazzato, ma da solo non basta a salvare la baracca. Si parte con il pezzo ‘Heartburn In G’ che fa ben sperare. Un bel pezzo veloce e incarognito, che ricorda i pezzi del primo storico album. Dopodichè il tutto si affloscia come un biscottino vegan pucciato nel latte di soia. Tra richiami ai Rancid, ai Social Distortion, melodie zuccherine, fiati alla Might Mighty Bosstones, il disco arranca facendomi sbadigliare non poco. Questo tipo di suono farà la felicità di qualche migliaio di tedeschi in braghette corte e birra gelata in mano che si godono gli al massimo 23 gradi di agosto in un festival sperduto fra le pianure tedesche. Avrei perferito sicuramente che abbandonassero quel suono loffio e senza palle per tornare a quel buon vecchio hardcore tritatutto e senza rispetto per niente e nessuno. Vabbè pazienza, torno a riascoltarmi i Terror! P.s.: il voto si riferisce quasi esclusivamente all’importanza storica del gruppo…
(Marco Pasini)

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