The Menzingers ‘After The Party’
Review Overview
8.5
8.5THE MENZINGERS
‘After The Party’-LP
(Epitaph)
8.5/10
Mi fa un attimo strano pensare al fatto che i The Menzingers siano già arrivati al quinto album in studio, infatti mi sembra proprio ieri quando nel 2010 fecero il botto alla grande con ‘Chamberlain Waits’ che divenne a furor di popolo disco Punknews dell’anno e li portò da band semisconosciuta ad una delle maggiori realtà punk rock (al tempo quel sottogenere lo si chiamava ancora Orgcore) del momento. Arrivò poi la consacrazione definitiva con due ottimi dischi sotto Epitaph Records ed ora sembra arrivato il momento della maturità per il quartetto di Philadelphia. Il titolo di questo disco ne è la prova infatti ‘After The Party’ segna una svolta nelle tematiche (meno cupe rispetto al passato) ma non nel sound per una band che ora non deve più dimostrare ma solamente confermarsi. La formula dei The Menzingers non viene minimamente intaccata, non abbandonano i loro tratti di riconoscimento che li ha fatti amare al grande pubblico (per quel che riguarda il punk rock… si intende), sono presenti gli arpeggi di chitarra nella strofa, i ritornelli killer con melodie intrise di malinconia che ti rimarranno in testa per giorni e giorni. Fatico a trovare brani che emergono su altri, al momento sono personalmente stregato dai riffs dei ‘Thick As Thieves’ e dall’atmosfera di ‘House On Fire’ ma se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che i pezzi nei dischi dei The Menzingers salgono con il tempo e quindi queste sono le considerazioni che posso dare dopo la mia prima sessione di ascolti. Sono un fan della prima ora di questa band e questo è esattamente l’album che mi aspettavo a questo punto della loro carriera, sono convinto che oltre ad un pubblico prettamente punk oriented che segue questa band potrebbero fare la loro figura anche verso un audience più mainstream, ma fintanto che rimangono una band a modo suo indipendente non mi dispiaccio affatto della cosa. Non sono solito sbilanciarmi così in alto con i voti, ma sento che questo disco, proprio come i loro altri, rimarrà nel tempo.
(Andrea “Canthc” Cantelli)
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