TRANS UPPER EGYPT ‘NO DUB’
Review Overview
6
6TRANS UPPER EGYPT
‘No Dub’-LP
(Maple Death)
6/10
Trans Upper Egypt, ossia Leo Non (WOW), Bob Junior (Holiday Inn) e Simone Donadini (Rainbow Island), già di casa di Maple Death entrano a gamba tesa in quella che è ormai la consacrata scena di Roma Est sviluppatasi intorno al Fanfulla. Roma caput mundi. Il disco si chiama ‘No Dub’. E’ come se le tre band si fondessero in un unico esperimento sonoro prendendo spunto dalle influenze dei corrispettivi progetti. Dai synth acidi, alle ritmiche ossessive, al cantato distorto e compresso, tipico Holiday Inn, che ricorda il punk lercio dei primi Suicide, uniti alla componente rituale di una litania esotica. Tra organi gotici distorti e armonie oniriche immersive, il trio romano cavalca l’onda della sperimentazione etnica degli ultimi anni, senza sembrare una maschera di loro stessi. Immancabile il tappeto sonoro noise che fa da marchio di appartenenza del background musicale dal sound deforme che tanto piace ai nostri cari alternativi contemporanei. Ardua impresa quella di trasformare un disco in un’identità a se stante quando i componenti appartengono non solo alla stessa scena ma alla stessa etichetta. La Maple Death, per quanto rigidamente circoscritta a ciò che da tempo è ormai stabilito nella scena “underground” italiana, propone nuovamente un disco interessante e ben fatto ma prevedibile. Questo non toglie nulla alla palese ricerca sonora di gran gusto e perfettamente confezionata. Il tutto registrato al Fanfulla, mixato e registrato da Leo Non. Nessuna critica ad un’etichetta che scrive la storia di una scena italiana ricca di talenti e suoni iconici. Per quanto riguarda l’esplorazione di nuovi mondi sonori però siamo lontani e forse a questo punto della carriera della Label bolognese ne avremmo bisogno.
(Valentina Vagnoni)
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