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Salad Days Magazine | April 29, 2024

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UNDERSTAND ‘REAL FOOD AT LAST’

UNDERSTAND ‘REAL FOOD AT LAST’
Salad Days

Review Overview

7
7
7

Rating

UNDERSTAND
‘Real Food At Last’-LP
(Rise)
7/10


‘Real Food At Last’ degli Understand ha in copertina un fantastico scatto di un momento live, un tipico momento che appartiene a un concerto accorato, pieno di adrenalina e non è tanto la chitarra che si staglia in primo piano in questa foto ad attirare l’attenzione, quanto la bocca aperta di chi la suona (lo scatto è tagliato in modo che non si veda altro del resto del viso) in un urlo liberatorio caro a chi segue e conosce certi ambienti legati ad una musica che fornisce emozioni pure, immediate. Gli Understand, negli anni’90, sono stati una band molto seguita, soprattutto dopo che molti hanno scoperto quel gioiellino di album ‘Burning Bushes And Burning Bridges’ che altro non è che il loro debutto. Hardcore evoluto e moderno, chiamiamolo post-core, ma nel vero senso del termine. Mid-tempo, dissonanze e riffs accresciuti da voce e cori alla ricerca di melodie originali. Poi nel 1999, inaspettatamente, lo scioglimento. E così, di nuovo inaspettatamente, nel 2023 gli Understand sono pronti di nuovo a regalarci un nuovo album che proviene da inedite sessions del 1998. Il summenzionato ‘Real Food At Last’. E, miracolo, le canzoni suonano davvero bene, hanno potenziale, suonano fresche. Ci si emoziona ancora ascoltando brani come ‘Screwtop Milkshake’, ‘I Can Get You In’ o ‘Sentence’ e chi ha amato band come i Quicksand o gli At The Drive In deve avere a cuore un album come questo. Il cerchio si chiude dicendo che nel 2021, quando già le tracce di ‘Real Food At Last’ venivano riversate digitalmente e perciò a buon punto del lavoro, gli Understand perdono tragicamente il chitarrista John Hannon, la band rimane scioccata e sbalordita ma allo stesso tempo ha reso questa pubblicazione davvero speciale. Ogni cosa, dalla decisone sulla musica, all’artwork (la foto di copertina di cui sopra…), il modo in cui si è ripresentata la band, è influenzata dal chitarrista, così diventando per loro un continuo esercizio nel chiedersi “cosa farebbe John?”
(Giuseppe Picciotto)

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