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Salad Days Magazine | May 4, 2024

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Fordomth ‘I.N.D.N.S.L.E.’

Fordomth ‘I.N.D.N.S.L.E.’
Salad Days

Review Overview

8
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8

Rating

FORDOMTH
‘I.N.D.N.S.L.E.’-CD
(Endles Winter)
8/10


‘I.N.D.N.S.L.E.’ acronimo che sta per “In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi”, è come un imbuto che ti “accoglie” sfiorandoti con una carezza ultraterrena per poi, a poco a poco, stritolarti e inghiottirti lungo un percorso che nulla concede alla speranza. E’ come se per espiare le tue colpe sei costretto a scontare la massima pena. Nessun dietro-front una volta imboccata la prima traccia (introdotta da una breve intro). L’iniziale ‘Abyss Of Hell’ è una discesa ripida, un luogo sconosciuto pronto, lì, per sentenziare la tua fine ed infatti il monolite opprimente che segue ‘Eternal Damnation’ di ben 24 minuti è dimostrazione di infinita pena, uno psichedelico doom avvolgente e ossessionante che trasuda desolazione, uno stato d’animo dove solitudine e oscurità si imprimono soprattutto nelle trame chitarristiche e dove una voce lacerante reclama incessantemente: sono minuti che scorrono in preda allo sconvolgimento dell’anima, il finale è solo disperazione pura. Il passo successivo, ‘Interlude’, è musica da camera infernale, inquietante che filtra malasanità occulta. L’epilogo si ha con l’omonima title-track che chiude il cerchio, sentenziando una sorta di perenne dolore, come un ouroboros che morde bramosamente la sua coda. I Fordomth sono una creatura che prende vita da soggetti esperti nel settore della musica estrema nazionale e sanno ben confluire i più disparati generi, infatti, durante l’ascolto di ‘I.N.D.N.S.L.E.’ si avvicendano brani dove a volte è il black metal più funebre e parossistico che prende il sopravvento, altre volte una vena di desolazione psichedelica si fa viva, altre volte ancora certi stati d’agitazione al rallentatore si impossessano di passaggi di puro doom metal. Dopo vari avvicendamenti di line up i Fordmoth si proiettano verso un stile ancora più sludge e pregno di venature black e doom. Ottimo. Distribuisce Endles Winter. Logo e grafica by View From The Coffin.
(Giuseppe Picciotto)

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