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Salad Days Magazine | May 3, 2024

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HYPERWULLF ‘VOLUME 3: BURROWING KINGDOMS’

HYPERWULLF ‘VOLUME 3: BURROWING KINGDOMS’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

HYPERWULLF
‘Volume 3: Burrowing Kingdoms’-LP
(Overdrive)
8/10


Bellissima la scena di ‘Fa La Cosa Giusta’… quella in cui Spike Lee – Mookie, il “porta pizze”, chiede a Danny Aiello – Sal, il “pizzettaro”, come mai lui ce l’abbia tanto coi neri, se la maggior parte dei suoi idoli (giocatori/cantanti etc etc) sono “niggers”. La risposta di Sal? Era del tipo: “ma dai… come posso dire… non sono proprio niggers”. Uno spasso. La scenetta di cui sopra, e questa rece, è per tutti quelli che: “Franz recensisce e mette gli 8 solo a gruppi del milanese”. Il terzo lavoro sulla lunga distanza degli Hyperwüllf mi è piaciuto molto, nonostante (smile) il duo venga da Bologna. Cerco di spiegarmi, alla mia maniera. Ho scomodato i loro compagni di tour (almeno in un paio di date), i Baratro, per darmi qualche idea, qualche info da “insider/undercover”, dopo averli visti (appunto) live. Mi è stato detto (a parte che hanno un concerto della Madonna): “MASTODON”. Oramai un “classico” della musica estrema. Mi piacciono gli Hyperwüllf, perché il loro approccio, da una parte, è MOLTO “classico”. Molto Mastodon, hanno ragione i Baratro. Ma voi sapete che io voglio avere l’ultima parola, sempre. Gli Hyperwüllf per me sono molto più “CAVE IN”! Recuperatevi il pezzo di Salad Days (cartaceo) su ‘Heavy Pendulum’. Quando “classico” è un complimento. Mentre leggete quel pezzo, sentitevi ‘Pathgrinder’, e capirete quello che intendo. Quando “classico” (ovvio, in questo caso si parla di sludge) è un complimento. Finivo quella rece/intervista con questa considerazione:

“…Sappiate che in ‘Heavy Pendulum’ ci sono due scampoli, due break, di ambient/post. Capace che fossero due demo, volutamente lasciate così, una specie di aperitivo per i palati più fini. Io dico che se il prossimo album sarà “ambient/POST”, saranno grossi CAZZI dappertutto, da Oakland alla Scozia! E io non vedo l’ora!…”

Mi piacciono gli Hyperwüllf, perché il loro approccio, in realtà, è anche MOLTO “coraggioso”. Sono in due, prima di tutto. E negli Hyperwüllf le suggestioni elettroniche non sono più scampoli, o break. Negli Hyperwüllf l’utilizzo dei synth è più che un esperimento. L’elettronica è parte organica. Sfido ogni amante della musica, tutta, a non aver mai pensato: “cazzo come sarebbe FIGO mettere nella stessa stanza gli Sleep e qualche producer americano, qualche newyorkese hip hop di quelli cupi… o addirittura Dj Screw se fosse ancora vivo”. Piuttosto che: “cazzo come sarebbe FIGO mettere nella stessa stanza gli Sleep con qualche mago dei synth, vedi Moroder… o Vangelis se fosse anche vivo”. Cazzo: ma gli Sleep con Holmes? O con Andy Weatherall se fosse ancora vivo? A mio modo di vedere, a parte gli strumentali, ci sono un paio di momenti in cui il mix analogico/elettronico di cui sopra ci lancia ben in alto: ‘Lost Home’ e ‘Grief Chant Pt. I-II-III’. Dj Screw? No. Hawkwind? Ni. Carpenter? Decisamente sì! Da vedere live. Dimenticavo. Gli Hyperwüllf non sono di Bologna. Vengono dallo spazio.
(franz1972)

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