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Salad Days Magazine | April 29, 2024

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We Are Waves ‘Labile’

We Are Waves ‘Labile’
Salad Days

Review Overview

9
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Rating

WE ARE WAVES
‘Labile’-CD
(Memorial Records/Andromeda)
9/10


Li abbiamo seguiti dagli esordi i We Are Waves, una band che poco aveva di che spartire con la massa di band copia e incolla presenti nella sovraffollata scena underground italiana. Un progetto ambizioso, che due anni fa nell’EP omonimo di debutto aveva lasciato quell’idea che fossimo solo all’inizio di un lungo viaggio. Un viaggio che è proseguito poi spedito attraverso show in ogni angolo dello Stivale e quella sensazione di avere a che fare con una band formata da una sola entità e non quattro singoli personaggi, il senso d’unione insomma. Una sensazione che musicalmente parlando la si percepisce poche volte ma che fortunatamente di tanto in tanto riaffiora portandoci in dono piccole perle, come ‘Labile’. Un lavoro distante dai classici canoni rock, lontano da ciò che si è soliti definire alternative, qualcosa di passionale e sanguigno al tempo stesso. Un esplosione fragorosa di synth al servizio delle emozioni più pure, che vanno dirette al cuore in tutta la loro romanticità e nelle teste attraverso una malinconia che pervade l’ascolto. Un disco senza mezzi termini che colpisce diretto al primo ascolto, abile nel riportare in auge i suoni new-wave del passato (periodo fine anni’70 inizio ’80) ma che al tempo stesso non ha alcuna paura di giocare con il lato più acido e rave dell’elettronica. ‘Old Days’, ‘Rotten Galaxy’ e la loro di ‘A Forest’ dei Cure sanno commuovere, emozionare e portarti a guardare oltre come pochi brani sanno fare di questi tempi. La band di Robert Smith ha sicuramente dato i giusti imput alla band, così come Joy Division e altri mostri sacri di quell’epoca, ma guai a definirla clone in quanto di loro in ‘Labile’ c’è davvero molto. Bravi We Are Waves, se alcune scelte coraggiose (vedi affidarsi a un produttore giovane e artisticamente interessante come Federico Malandrino, l’essersi tolti di dosso definitivamente l’ombra del passato progetto Overock…) vi hanno portato a essere ciò che siete oggigiorno non c’è che dire, cento di questi giorni e dritti per la vostra strada.
(Arturo Lopez)

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